Una delle malattie sociali più diffuse, il diabete, è, nei casi più gravi, causa di pericolosi disturbi alla circolazione arteriosa periferica e quindi, un grave rischio per i piedi.

Ecco perché i portatori di diabete presentano frequentemente ai piedi delle lesioni di particolare interesse per le implicazioni cliniche e sociali e per le difficoltà di cura.

Si tratta delle ulcere ischemiche del piede che possono presentarsi sia sotto forma del cosiddetto “mal perforante plantare”, più tipicamente legato al sovraccarico ponderale, sia sotto forma di ulcerazioni gangrenose alle dita, normalmente collegate a fenomeni vascolari.

La miglior terapia di queste sindromi, così frequenti nei portatori di diabete, è la prevenzione.

Di qui l’importanza del ruolo del podologo che, forse più frequentemente del medico specialista, ha occasione di controllare lo stato dei piedi dei suoi pazienti.

Ma ecco qualche consiglio pratico che gli affetti da diabete farebbero bene a seguire, in modo da prevenire certe affezioni.

Per prima cosa è opportuno che il diabetico provveda alla ispezione quotidiana dei piedi non tralasciando gli spazi interdigitali, spesso sedi di micosi e controllando eventuali ferite, vescicole e callosità.

I piedi vanno lavati almeno una volta al giorno in acqua tiepida (37°), evitando però i pediluvi prolungati.

Una volta lavati, i piedi vanno asciugati bene, specialmente tra le dita.

Il diabetico deve evitare di camminare a piedi scalzi e di riscaldare i piedi con borse di acqua calda o di stare vicino a fonti di calore.

E’ importante poi usare scarpe comode (scarpe per piede diabeico), con tacchi bassi, chiuse e non a punta, mentre per i calli e le unghie è indispensabile rivolgersi ad un podologo evitando assolutamente il “far-da-sé”.

Ma come comportarsi quando cominciano a verificarsi delle lesioni?

In presenza di una lesione iniziale della pianta del piede il paziente deve evitare il carico fino a che non si rilevi una netta tendenza alla cicatrizzazione.

D’altra parte, poiché una delle cause della lesione è la scarsa capacità sensitiva dei nervi della zona, qualora il paziente trovi la possibilità di caricare il piede malato “senza problemi” è portato a camminare di più e quindi a rischiare maggiormente.

E’ necessario poi ricordare che accanto ai casi che guariscono più o meno facilmente, ne esistono altri che possono andare incontro a pessimi risultati.

Una volta avviata e stabilizzata la guarigione, l’appoggio con scarico selettivo costituirà una soluzione fondamentale per evitare le recidive. Ma come comportarsi se la guarigione non si verifica?

In questo caso dovrà essere presa in considerazione la possibilità di intervenire chirurgicamente.

Le lesioni più classicamente di tipo ischemico come la gangrena delle dita, la necrosi della regione calcaneare, se sopportate senza gravi problemi possono essere trattate conservativamente attraverso la spontanea caduta della zona necrotica (si può avere anche la “amputazione spontanea” di una o più falangi) mantenendo un severissimo controllo nel tempo per evitare l’insorgenza di infezioni.

Tuttavia, se la necrosi si estende e non può essere dominata, sarà necessario ricorrere ad una amputazione. In ogni caso, è bene che il diabetico non dimentichi mai che in tutte le regioni si trovano centri per la lotta al diabete, negli ospedali, negli ambulatori, nelle cliniche private.

Queste strutture sono in grado di seguirlo e di consigliarlo per le più opportune terapie.

L’Ortopedia Cossia è, da anni, centro specializzato per la cura dei problemi di carico del piede diabetico, offre la possibilità dei trattamenti del PODOLOGO per la cura e l’igiene del piede e la consulenza del CHIRURGO VASCOLARE, specialista dei problemi circolatori derivanti dalla patologia diabetica. L’Ortopedia Cossia propone inoltre un ampio assortimento di calzature speciali per piede diabetico oltre a plantari fisiologici o plantari su misura per piede diabetico e calzature su misura, tutto prodotto nel proprio laboratorio.

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