La malattia venosa cronica

La malattia venosa cronica

Inestetismi e gonfiore alle gambe sono solo alcuni sintomi di una patologia ben più complessa, la malattia venosa cronica. Eppure secondo un’indagine Doxa le donne italiane non lo sanno. Crampi e formicolii, gambe gonfie e pesanti, capillari e vene varicose. Ma quanto ne sanno davvero le donne italiane dei disturbi della circolazione venosa? Poco; secondo una ricerca condotta su oltre 500 donne italiane tra i 35 e i 45 anni, infatti, rivela una scarsa conoscenza di quelli che sono i sintomi di una patologia complessa come la malattia venosa cronica, delle sue conseguenze a lungo termine e della prevenzione che si può fare anche in giovane età. Una  donna su due tra i 35 e i 45 anni ha sofferto o soffre di disturbi alle gambe, in particolare gonfiore , presenza di vene varicose , senso di pesantezza , dolore . Sintomi fastidiosi che, per il 50% delle intervistate, hanno anche un impatto psicologico notevole, dovuto soprattutto alla visibilità degli inestetismi  e alle limitazioni nello stile di vita . Eppure, ciò che le donne vivono nella quotidianità è ben lontano da ciò che pensano. La comparsa di inestetismi, piuttosto che la sensazione di gonfiore e pesantezza alle gambe, sono identificate in modo generico come problemi di circolazione venosa, spesso percepiti slegati da una patologia che può peggiorare col tempo. Dall’indagine emerge che non c’è consapevolezza che la malattia venosa si esprima con una sintomatologia differente in funzione dei diversi stadi di evoluzione, e ciò induce le donne a sottovalutare i segni, e dunque i rischi, che la malattia stia progredendo”.  Una conoscenza superficiale del problema, dunque, accompagnata talvolta da convinzioni errate come quella di ritenere la malattia venosa cronica in un certo qual modo ineluttabile in quanto legata a una predisposizione genetica, piuttosto che una patologia sì delle donne, ma che colpisce solo in età adulta se non anziana. È così che fattori di rischio come le gravidanze o il tipo di lavoro svolto vengono minimizzati. La confusione che aleggia tra le donne italiane sul tema si riflette anche nel fatto che l’idea che i disturbi della circolazione venosa siano legati all’invecchiamento non trova riscontro nell’esperienza personale delle intervistate, dal momento che già prima dei 45 anni ne ha sofferto 1 donna su 2. Troppo spesso si ignora che la malattia non solo può essere curata, ma che esiste anche la possibilità di evitarla. E non si parla solo di attenuare i sintomi, ma di agire sulle cause della malattia attraverso interventi mirati, magari con un approccio terapeutico adeguato si attua innanzitutto con una modificazione importante dello stile di vita, che consiste nell’attivare un controllo ponderale, fare attività fisica, evitare di stare in piedi fermi per lunghi periodi di tempo, correggere la postura, usare scarpe adeguate, utilizzare le calze elastiche. Ma non solo, esistono dei farmaci dalla provata efficacia clinica che possono aiutare ad evitare la progressione della malattia, controllandone al tempo stesso la sintomatologia, molecole me che agiscono sull’infiammazione delle vene alla base dell’insorgenza della patologia. Presso l’Ortopedia Cossia puoi trovare tutto ciò che serve per prevenire problemi circolatori alle gambe, dalle calze elastiche preventive a quelle curative, alle calzature comfort ed ai plantari predisposti a quelli personalizzati. Inoltre, presso lo spazio destinato alla medicina specialistica, Progetto salute, si può ricevere la consulenza del CHIRURGO VASCOLARE per avere, ove e quando serve, l’adeguata terapia farmacologica e le idonee indicazioni per la salute degli arti inferiori. Questa è la stagione ideale per eliminare i fastidiosi inestetismi, conosciuti comunemente come capillari, che rovinano l’estetica delle gambe. Presso l’Ortopedia Cossia puoi trovare tutto ciò che è indispensabile per preparare le tue gambe ad affrontare la nuova stagione in salute e bellezza! 

Senso di pesantezza alle gambe…

Senso di pesantezza alle gambe…

Quando le gambe iniziano a farsi sentire con un senso di pesantezza è meglio rivolgersi al medico per capire se il fastidio sia dovuto  solo al clima e alle troppe ore trascorse in posture non idonee oppure alla malattia venosa cronica L’anomalia di questo clima anticipa,  per molti, il ritorno di un  fastidioso indolenzimento alle gambe che sopraggiunge, in particolare, alla sera. Pesantezzadoloregonfiorebruciore e crampi notturni possono essere i sintomi della malattia venosa cronica, che con il caldo diventano più frequenti. Le temperature più alte innescano infatti la vasodilatazione periferica delle vene: la vena safena, per esempio, che fisiologicamente ha un diametro di due millimetri, con il caldo si dilata, aumenta di calibro, ostacolando la normale risalita del sangue dagli arti inferiori verso il cuore. In altre parole, il sangue ristagna nelle vene, aumenta la pressione sanguigna nelle gambe e si ha la sensazione di averle pesanti. Anche se al mattino il gonfiore alle caviglie e il tipico dolore scompaiono, il consiglio è di non sottovalutare tali sintomi solo perché transitori. Al presentarsi dei disturbi occorre rivolgersi al proprio medico di famiglia ed è consigliabile una visita angiologica per valutare accuratamente lo stato di salute delle gambe e del sistema venoso e identificare eventuali problemi circolatori.  L’ecocolordoppler degli arti inferiori è l’esame strumentale principe per monitorare, come una sorta di sonar, i vasi sanguigni e poter valutare se sono liberi, se non ci sono infiammazioni (flebiti) o trombosi, occlusioni o dilatazioni, che impediscono al sangue di fluire correttamente verso il cuore.   In primo luogo bisognerebbe evitare un’eccessiva esposizione al sole e comunque usando sempre la crema protettiva 50+, perché il calore dilata i vasi e rallenta la circolazione sanguigna. Al contrario del calore, il freddo aiuta: per questo sono consigliabili lunghe passeggiate nell’acqua di mare oppure le docce fredde (almeno alle gambe) per riattivare la circolazione                                                                                                                                                                       Per la salute delle Vostre gambe, presso gli studi medici dell’Ortopedia Cossia, potete usufruire della consulenza specialistica del CHIRURGO VASCOLARE che, oltre a visita accurata con ecodoppler, potrà effettuare accurato trattamento sclerosante per eliminare le antiestetiche ragnatele di capillari. Per info e/o prenotazioni telefonare allo 0331 256467.

Coxartrosi

Coxartrosi

La Coxartrosi, o artrosi dell’anca, è una patologia caratterizzata dalla degenerazione della cartilagine articolare, associata a modificazione delle componenti ossee, capsulari e sinoviali. E’ un disturbo molto frequente, dovuto all’ usura dell’articolazione, e colpisce più frequentemente il sesso femminile, soprattutto le donne dopo la menopausa, quando il livello di estrogeni, riducendosi, fa mancare la sua azione di protezione. La familiarità è un fattore di rischio importante. L’artrosi dell’anca può essere definita primitiva se colpisce articolazioni apparentemente integre, o secondaria a patologie articolari come la lussazione congenita dell’anca o fratture.

Chi è affetto da coxartrosi lamenta tipicamente dolore inguinale, maggiore al mattino, che tende ad attenuarsi con il movimento, per poi riacutizzarsi dopo una passeggiata o dopo la salita delle scale e lamentano inoltre difficoltà in alcuni movimenti specifici come fare fatica ad allacciarsi le scarpe, movimento tipicamente difficoltoso nelle persone affette da questa patologia

La camminata dei pazienti affetti da artrosi dell’anca è solitamente claudicante poichè, sentendo dolore, riducono il carico sull’arto dolente, accentuando la zoppia di fuga.

Lo specialista, al momento dell’esame, riscontrerà una tipica limitazione dell’anca nei movimenti di flessione ed intra-extrarotazione, associata a dolore inguinale. Negli stadi avanzati i pazienti presentano anche un’ipotrofia, cioè una diminuzione del volume, dell’arto inferiore dolente.

La radiografia è l’indagine strumentale fondamentale per poter valutare la gravità dell’artrosi.

Sarà lo specialista, FISIATRA o ORTOPEDICO TRAUMATOLOGO, a valutare la possibilità di intraprendere un percorso conservativo, prescrivendo dei cicli di fisioterapia, oppure chiururgico, attraverso una sostituzione dell’articolazione con un’artroprotesi. La fisioterapia diventa dunque una risorsa fondamentale sia nel trattamento conservativo che nel pre e post-chirurgico, poichè consente di lavorare sia sul mantenimento che sul recupero dell’articolarità, sul rinforzo dell’arto inferiore indebolito dal ridotto uso e sull ’allenamento alla corretta deambulazione.

Le terapie strumentali (TENS, IONOFORESI, TECAR, LASER , ULTRASUONO)  consentono inoltre di attenuare la sintomatologia dolorosa. Molto spesso può essere utile associare un massaggio di gluteo e coscia per decontrarre la muscolatura dell’arto costretta a lavorare in maniera scorretta per limitare il dolore.

Nelle artrosi di stadio più avanzato la fisioterapia rappresenta dunque, nella maggior parte dei casi un valido supporto alla chirurgia, consentendo al paziente di arrivare all’intervento chirurgico con una preparazione fisica ottimale, consente inoltre un recupero molto piu’ rapido, evitando che il paziente assuma atteggiamento scorretti che potrebbero portare ad un insuccesso dell’intervento. La fisioterapia quindi, nelle forme più gravi, non può sostituire la chirurgia, ma affiancarla e completarla.

Nei pazienti più giovani e nelle artrosi in fase iniziale invece consente di ritardare il più possibile l’intervento chirurgico e al contempo di preparare al meglio le strutture muscolo-tendinee, con un conseguente più rapido recupero dopo l’intervento.

Presso gli studi medici dell’Ortopedia Cossia puoi avere la consulenza specialistica del FISIATRA e dell’ORTOPEDICO TRAUMATOLOGO oltre ai trattamenti OSTEOPATICI fondamentali nella terapia di prevenzione, nel trattamento pre e post operatorio di artroprotesi. Per prenotazioni o informazioni telefona allo 0331256467

Presso l’Ortopedia Cossia è possibile noleggiare apparecchiature per terapie strumentali domiciliari come TENS, IONOFORESI, ULTRASUONO, MAGNETOTERAPIA, ELETTROTERAPIA e KINETECH per la riabilitazione post-chirurgica.

Elimina la cellulite

Elimina la cellulite

Elimina la cellulite con il “LIPODISSOLVE”

COSA È?

Il lipodissolve è una nuova tecnica non chirurgica che sfrutta l’azione di una sostanza naturale, la fosfatidilcolina, iniettabile con aghi molto sottili a livello del grasso sottocutaneo, indicata per ridurre gli inestetismi della “cellulite”.

QUANDO È INDICATA?

È utile per combattere le irregolarità cutanee, come la cute “a buccia d’arancia”, e le adiposità localizzate, gli accumuli di grasso a livello delle cosce, dei glutei, delle ginocchia e dell’addome, oppure del sottomento. Il grasso “disciolto” verra’ in parte consumato col metabolismo, in parte eliminato per vie naturali. La metodica lipodissolve costituisce sicuramente una buona alternativa alla liposcultura in quei pazienti alla ricerca di trattamenti non invasivi per il rimodellamento corporeo.

È SICURA?

La tecnica lipodissolve riduce la cellulite e i cuscinetti adiposi con un’azione dolce, graduale e sicura. La fosfatidilcolina è un emulsificante naturale dei grassi: favorisce cioè la eliminazione e la conversione dei grassi in energia. Si tratta di una sostanza normalmente presente nel nostro organismo, e quindi caratterizzata da estrema sicurezza e da un’ottima tollerabilità. I principali vantaggi di questa procedura sono la totale assenza di dolore, di edemi rilevanti e di cicatrici post-trattamento. Possono comparire minime ecchimosi nella zona trattata, che regrediscono in brevissimo tempo.

IL RISULTATO

Nell’arco di poche sedute, la zona trattata sarà sensibilmente ridotta di volume; il profilo di glutei, cosce, addome e mento-collo appare piu’ affinato e rimodellato. Un vero toccasana per donare armonia alla propria silhouette. medico estetico s

IN PILLOLE

Il trattamento è molto veloce, in genere bastano circa 15- 20 minuti per un massimo di 4 aree di adiposità. Normalmente si eseguono dalle 3 alle 5 sedute, a cadenza bisettimanale.
Essendo una metodica ambulatoriale dopo la seduta non c’è bisogno di alcuna particolare accortezza e si possono riprendere tranquillamente le proprie attività, anche quelle di tipo sportivo.

Come funziona

La fosfatidilcolina, se iniettata direttamente nel tessuto adiposo attraverso sottilissimi aghi, è in grado di solubilizzare i grassi, riducendo il volume delle cellule che li contengono (gli adipociti). medico estetico to

Dopo ogni seduta di lipodissolve bisogna eseguire un linfodrenaggio ad una settimana dalla seduta e cercare di seguire un regime alimentare dissociato la cui strutturazione ti verrà consigliato dal medico a seconda del caso. cellulite cura

Elimina la cellulite con il “LIPODISSOLVE”

COSA È?

Il lipodissolve è una nuova tecnica non chirurgica che sfrutta l’azione di una sostanza naturale, la fosfatidilcolina, iniettabile con aghi molto sottili a livello del grasso sottocutaneo, indicata per ridurre gli inestetismi della “cellulite”.

QUANDO È INDICATA?

È utile per combattere le irregolarità cutanee, come la cute “a buccia d’arancia”, e le adiposità localizzate, gli accumuli di grasso a livello delle cosce, dei glutei, delle ginocchia e dell’addome, oppure del sottomento. Il grasso “disciolto” verra’ in parte consumato col metabolismo, in parte eliminato per vie naturali. La metodica lipodissolve costituisce sicuramente una buona alternativa alla liposcultura in quei pazienti alla ricerca di trattamenti non invasivi per il rimodellamento corporeo.

È SICURA?

La tecnica lipodissolve riduce la cellulite e i cuscinetti adiposi con un’azione dolce, graduale e sicura. La fosfatidilcolina è un emulsificante naturale dei grassi: favorisce cioè la eliminazione e la conversione dei grassi in energia. Si tratta di una sostanza normalmente presente nel nostro organismo, e quindi caratterizzata da estrema sicurezza e da un’ottima tollerabilità. I principali vantaggi di questa procedura sono la totale assenza di dolore, di edemi rilevanti e di cicatrici post-trattamento. Possono comparire minime ecchimosi nella zona trattata, che regrediscono in brevissimo tempo.

IL RISULTATO pi

Nell’arco di poche sedute, la zona trattata sarà sensibilmente ridotta di volume; il profilo di glutei, cosce, addome e mento-collo appare piu’ affinato e rimodellato. Un vero toccasana per donare armonia alla propria silhouette. medico estetico s

IN PILLOLE

Il trattamento è molto veloce, in genere bastano circa 15- 20 minuti per un massimo di 4 aree di adiposità. Normalmente si eseguono dalle 3 alle 5 sedute, a cadenza bisettimanale.
Essendo una metodica ambulatoriale dopo la seduta non c’è bisogno di alcuna particolare accortezza e si possono riprendere tranquillamente le proprie attività, anche quelle di tipo sportivo.

Come funziona

La fosfatidilcolina, se iniettata direttamente nel tessuto adiposo attraverso sottilissimi aghi, è in grado di solubilizzare i grassi, riducendo il volume delle cellule che li contengono (gli adipociti). medico estetico to

Dopo ogni seduta di lipodissolve bisogna eseguire un linfodrenaggio ad una settimana dalla seduta e cercare di seguire un regime alimentare dissociato la cui strutturazione ti verrà consigliato dal medico a seconda del caso. cellulite .

Se vuoi rimodellare il tuo corpo eliminando quegli antiestetici cuscinetti di cellulite fissa una consulenza con il MEDICO SPECIALISTA IN MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA che riceve su appuntamento presso gli studi medici specialistici dell’Ortopedia Cossia, tel 0331256467

GONARTROSI

GONARTROSI

L’artrosi al ginocchio o gonartrosi può diventare causa di invalidità. L’instabilità del ginocchio, nelle persone avanti con l’età, aumenta di quattro volte il rischio di cadute.

Ma terapie mirate e, laddove necessario, la chirurgia con la sostituzione dell’articolazione possono rappresentare un’arma di efficace prevenzione. L’instabilità sulle gambe, dovuta a dolori articolari alle ginocchia o la gonartrosi (artrosi) dell’articolazione, è un problema spesso sottovalutato in età avanzata, invece è la causa di cadute accidentali, anche gravi e che possono portare a un aumento dei tassi di mortalità e invalidità negli anziani.

Dolori che causano l’assunzione di posture sbagliate, diminuzione della mobilità o l’acquisizione di un’andatura e movimenti lenti con conseguente riduzione della forza muscolare,sono premessa di una deambulazione anomala e traballante.

L’instabilità del ginocchio, mono o bilaterale, dovuta a una sintomatologia artrosica dolorosa, è una condizione tipica e diffusa negli anziani, che può essere aggravata anche da altri fattori, come patologie coesistenti che inficiano la funzionalità degli arti, dolore ai piedi, stati ansiogeni o depressivi che aumentano il timore di cadere. Si aggiungono anche rischi indotti dall’ uso di alcuni farmaci, narcotici e analgesici soprattutto, benefici per il controllo della sintomatologia, ma che sono causa di un indebolimento fisico generale. Un quadro poco confortante, anche in funzione dell’allungamento della vita media e di una popolazione sempre più anziana, ma verso cui si prospettano possibili soluzioni.

Si attuano sempre più azioni terapeutiche mirate, conservative ed efficaci nel controllare meglio o prevenire l’instabilità del ginocchio. Esercizi propriocettivi agli arti che stimolano la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, si dimostrerebbero in grado di potenziare la forza muscolare, riducendo la sintomatologia dolorosa, con sensibili vantaggi sul miglioramento della stabilità e sul rischio di cadute. Qualora gli esercizi fisici non dessero gli esiti sperati o in caso di patologia più grave, è possibile ricorre a un intervento di sostituzione articolare, oggi divenuto pratica comune, che, ad eccezione di casi particolari, non richiede lunghe degenze ne lunghi periodi di allettamento.

La prevenzione delle patologie degenerative resta sempre la priorità; arrivare alla vecchiaia in buono stato di salute è fondamentale. Affidarsi al medico specialista competente per prevenire le patologie degenerative articolari è importante.

Puoi trovare il FISIATRA ed il MEDICO ORTOPEDICO presso gli studi medici specialistici dell’Ortopedia Cossia insieme ad altre figure sanitarie, come l’OSTEOPATA che possono aiutarti a contrastare i problemi dell’invecchiamento.

Gambe perfette da mostrare

Gambe perfette da mostrare

Con l’approssimarsi della nuova stagione l’imperativo diventa “avere gambe perfette da mostrare”. E non è soltanto una questione estetica. La salute delle gambe, della loro pelle, e della circolazione sanguigna è soprattutto una questione di benessere.

Prevenire i piccoli e grandi disturbi di cui possono soffrire le nostre gambe è possibile. Basta osservare alcune semplici regole e utilizzare i giusti prodotti.

I medici le chiamano “talangectasie” e sono quelle antiestetiche ragnatele di capillari che rovinano l’estetica delle gambe di oltre 20 milioni di italiani, in particolare di gambe femminili. Questi inestetismi non colpiscono solo donne in età matura ma le indagini dicono che i disturbi della circolazione, nella maggior parte dei casi, cominciano ad importunare già a vent’anni. La causa è probabilmente di origine ormonale unita ad una importante componente ereditaria. A ciò, spesso, si aggiungono cattive abitudini che favoriscono l’indebolimento dei capillari come, ad esempio, l’eccesso di peso, lo scarso movimento o attività lavorative che costringono per troppo tempo in piedi o, viceversa, seduti. Si aggiunge poi il riscaldamento degli ambienti, posizioni non troppo comode durante viaggi che hanno lunga durata e, con l’arrivo della bella stagione, il caldo ed il sole. I raggi infrarossi aumentano la temperatura della pelle delle gambe favorendo la dilatazione dei vasi sanguigni mentre gli UVA e gli UVB stimolano la produzione di radicali liberi, molecole che danneggiano le pareti di vasi e capillari cutanei.

Se alla sera si avverte pesantezza e gonfiore alle gambe, la causa è l’altro lato dello stesso problema. All’origine c’è sempre un difetto di circolazione a livello degli arti inferiori. La cattiva circolazione causa un accumulo di liquidi in eccesso che non vengono correttamente smaltiti dall’organismo. Se gambe appesantite e caviglie gonfie possono essere normali dopo una giornata trascorsa in piedi, magari con calzature non confortevoli, possono anche essere una spia di un problema come una insufficienza venosa che può diventare grave e cronicizzarsi.

Cosa fare quindi per prevenire o curare nel migliore dei modi questo problema?

La prima cura inizia a tavola; come sempre, ed anche per i problemi di circolazione, una sana alimentazione aiuta a rimanere in salute. Meno sale sulle pietanze e più frutta fresca, meno grassi e cibi elaborati, più verdura e fibre. Frutta e verdura sono fonti preziose di antiossidanti, molecole che stroncano sul nascere i famigerati radicali liberi. Sulla tavola poi non devono mancare cibi ricchi di sostanze che fluidificano il sangue come, per esempio, gli acidi grassi omega 3 di cui sono ricchi i pesci e gli oli di origine vegetale.

Accanto alle sane abitudini alimentari un’ottima consuetudine sarebbe quella di camminare, a passo sostenuto, quotidianamente. Una cosa inutile, perchè non favorisce la circolazione, è la camminata a passo lento e con soste. Soprattutto camminare con calzature comode che non creino stress al piede ed agli arti inferiori.

Altro ausilio per favorire un buon ritorno venoso, contrastare le stasi e la stanchezza delle gambe sono le calze elastiche. Oggi, in commercio, esistono delle calze con filati tecnologicamente molto avanzati che permettono di produrre un prodotto esteticamente gradevole.

Se, nonostante la prevenzione, sulle gambe compaiono gli antiestetici capillari, allora può intervenire il CHIRURGO VASCOLARE con trattamenti sclerosanti che le ripuliscono . Il trattamento non è definitivo; va ripetuto ciclicamente per mantenere i risultati ottenuti, migliorandoli.

L’Ortopedia Cossia, a Somma Lombardo ti offre tutto ciò che è indispensabile per avere gambe perfette e pronte da scoprire con l’arrivo della nuova stagione. Calzature confort per uso quotidiano e sportive, calze elastiche preventive e curative, apparecchiature per la stimolazione venosa e la riattivazione della circolazione sia in vendita che a noleggio.

Nei suoi studi medici si possono richiedere, su appuntamento, consulenze con  specialisti come : il CHIRURGO VASCOLARE, lo SPECIALISTA IN MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA, la SPECIALISTA IN SCIENZE DELL’ALIMENTAZIONE.

Gli specialisti ricevono nello spazio dell’Ortopedia Cossia, dedicato alla salute: “PROGETTO SALUTE”, al piano superiore dell’attività commerciale.

Acido ialuronico e collagene

Acido ialuronico e collagene

Acido ialuronico e collagene sono gli ingredienti per rallentare il segno del tempo sulla pelle. Si sa, con il tempo l’ovale del viso risente della legge di gravità. La pelle si rilassa, compaiono le rughe, le guance si svuotano e la parte inferiore del viso si ispessisce. Ma a che cosa è dovuta tutta questa trasformazione? Secondo una ricerca condotta dai Laboratori Lierac, la responsabilità è del collagene XVIII, una proteina che si trova nell’epidermide, nel derma e nell’ipoderma, e che con il passare del tempo viene prodotta più lentamente e in minore quantità. Svolge proprio la funzione di un “tutore” per ancorare tra loro i diversi strati cutanei. Tradotto: va a rinforzare le strutture della pelle e quindi conferisce forza e tonicità, aiutandola a resistere al peso della gravità. Quindi il segreto per avere una pelle più giovane è stimolare la produzione di questa nuova “sostanza dei miracoli” presente nelle membrane basali dei tre strati cutanei e così “stirarli” per avere una pelle come nuova.

Si parla tanto di queste due sostanze, acido ialuronico e collagene, tormentoni nel mondo skincare, ingredienti eroi di creme, di maschere, di trattamenti dal medico estetico. Ecco perché per capirne meglio abbiamo chiesto spiegazioni al chirurgo estetico.                                                                                                                                                                              «Acido Ialuronico e Collagene sono entrambi costituiti da catene di aminoacidi. Se parliamo di utilizzo nelle formulazioni cosmetiche, l’Acido Ialuronico funziona perché essendo costituito da una catena di zuccheri trattiene l’acqua a livello dello strato corneo, che si idrata di più, la pelle si distende per effetto dell’acqua e le rughe diventano visibili. Il collagene, invece, funge da protettivo, rivestendo l’epidermide e facendola apparire più tonica e compatta, ma è comunque sempre un effetto superficiale e transitorio. Discorso diverso è invece il filler di acido ialuronico, che riempie la ruga e, contemporaneamente ha un effetto biostimolante, o i laser, la pappa piastrinica, il microneedling e i lipofilling che vanno più in profondità e stimolano la produzione di nuovo collagene.

L’acido ialuronico utilizzato in medicina estetica è il frutto di complesse sintesi di laboratorio ottenute con l’ausilio di biotecnologie.  L’acido ialuronico usato in medicina estetica è un gel sterile, viscoelastico, incolore e trasparente composto da molecole incrociate di ialuronato. La migliore qualità e la durata dei tempi di riassorbimento dell‘acido ialuronico dipendono dalla quantità di molecole di ialuronato e dai legami intermolecolari presenti in 1 ml di prodotto. Le infiltrazioni a base di acido ialuronico sono indicate per la correzione di: Labbra: pienezza e turgore e bordo vermiglio. Volume e contorno delle labbra. Pieghe (es. quelle nasolabiali), rimodellamento del contorno del viso, rughe, rughe perioculari (“zampe di gallina”), esiti cicatriziali post-acneici, esiti cicatriziali post-traumatici, inestetismi dei tessuti molli, rimodellamento del seno e del corpo.                                                                                                                                                                         .. Le iniezioni di acido ialuronico vengono effettuate in ambulatorio e il trattamento dura 15-30 minuti. Generalmente non è necessaria l’anestesia locale, ma talvolta può essere utilizzata una pomata anestetica soprattutto per il trattamento di zone più fastidiose come le labbra. Solo nel caso di trattamento con fillers a lungo riassorbimento è consigliabile una anestesia locale o tronculare. L’acido ialuronico non è un filler permanente. Ciò significa che una volta iniettato, il prodotto viene progressivamente metabolizzato e quindi riassorbito dall’organismo con tempi variabili a seconda della zona trattata e del tipo di preparato utilizzato. L’effetto di riempimento e aumento di volume o attenuazione delle rughe è immediato e dura dai 2 ai 12 mesi, dopo di che è possibile ripetere il trattamento periodicamente.

Trattandosi di una sostanza naturale, l’acido ialuronico non presenta particolari controindicazioni. Nelle prime 24-48 ore dopo il trattamento a base di acido ialuronico può apparire un lieve rossore e la zona trattata potrebbe risultare leggermente più gonfia rispetto al risultato che si vuole ottenere. Raramente si può verificare un piccolo livido nella zona di iniezione. Dopo qualche ora è comunque possibile coprire la zona che è stata trattata con del trucco o del rossetto.                                                                                            L’acido ialuronico ha dei costi molto variabili perché dipende dalla qualità del prodotto e dalla quantità che viene utilizzato.

Se vuoi eliminare qualche segno che il tempo lascia sulla tua pelle, o vuoi eliminare qualche inestetismo o piccola cicatrice, puoi chiedere consigli allo specialista in MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA che riceve, su appuntamento, presso gli studi medici dell’ORTOPEDIA COSSIA a Somma Lombardo.

Carbossiterapia

Carbossiterapia

“La remise en forme”,anche con la carbossiterapia, per essere efficace, dovrebbe iniziare in inverno, ma di solito è a primavera che si comincia a fare i conti con i chili in più accumulati durante la stagione fredda e con eventuali inestetismi della cellulite. Tra i rimedi più conosciuti per dare una mano a diete e sport(fondamentale), la carbossiterapia.  Quando si parla di carbossiterapia, si fa riferimento alla somministrazione sottocutanea – tramite piccole iniezioni con ago sottile – di anidride carbonica a scopo terapeutico, per combattere alcuni problemi di salute e inestetismi; inestetismi che colpiscono circa 24 milioni di donne italiane, secondo alcuni studi recenti. “Durante la stagione fredda, si tende ad accumulare grasso corporeo, in parte dovuto alla ridotta attività fisica e in parte alla mancanza di luce e agli ambienti riscaldati, che contribuiscono a rallentare il metabolismo dei grassi. Questo trattamento agisce sul grasso, riattivando il metabolismo cellulare e gli enzimi capaci di sciogliere e riassorbire i grassi ed agisce anche sulla circolazione sanguigna – aumentando la velocità del flusso e l’apertura dei capillari – che ossigena meglio i tessuti e permette un più facile smaltimento di scorie e gonfiori. Infine, la carbossiterapia agisce sulla cute, in quanto l’aumento del flusso sanguigno e l’ossigenazione dei tessuti riescono a migliorare l’aspetto della pelle che va mantenuta luminosa e tonica, eliminando anche le cattive abitudini che la rovinano.La carbossiterapia è un trattamento che trae origine nell’ambito della medicina termale, dove l’anidride carbonica viene impiegata sin dall’inizio del secolo scorso per curare i disturbi legati a una cattiva vascolarizzazione dei tessuti. Da circa un ventennio, l’anidride carbonica per uso medicale viene utilizzata anche nel trattamento di adiposità localizzata, cellulite e perdita di tonicità della cute” ma anche per migliorare l’aspetto di collo e decolletè. L’anidride carbonica ha un effetto brucia grassi perché interferisce con il metabolismo degli adipociti. È vasodilatatore, con conseguente miglioramento dell’irrorazione sanguigna dei tessuti ed eliminazione del ristagno di liquidi.
È sconsigliata, innanzitutto, a chi ha una soglia del dolore molto bassa perché si fa sentire, (il dolore può comparire anche dopo la fine del trattamento), e inoltre può generare gonfiore. Non possono invece farla le donne in gravidanza e le persone che soffrono di patologie cardiache per via del processo di vasodilatazione che il trattamento comporta. E’ meglio evitarla in aree delicate del corpo, come le palpebre e la zona oculare, per via delle ecchimosi a cui può dare origine. Come per qualsiasi altro trattamento, del resto, è importante valutare sempre caso per caso e affidarsi solo a medici, perché non è adatta a tutti e può avere effetti collaterali, ma, se fatta correttamente, può aiutare a ritrovare un aspetto più florido ed eliminare soprattutto gli antiestetici depositi adiposi

Lo specialista in MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA riceve, su appuntamento, presso lo spazio dedicato alla medicina specialistica dell’Ortopedia Cossia  “PROGETTO SALUTE” . Gli studi medici specialistici si trovano al primo piano, in via Fuser 4, sopra l’esercizio commerciale.

DOLORE AL COLLO

DOLORE AL COLLO

Il dolore al  collo è un disturbo molto comune e frequente che si manifesta con un dolore a livello cervicale. La causa di questo disturbo può essere di origine fisica ma, spesso, le cause sono di tipo emotivo. Lo stress accumulato quotidianamente per i problemi che si devono affrontare fanno sì che molte tensioni si accumulino alla base del collo provocando dolore. Le contratture dei muscoli del collo riducono l’afflusso di sangue alla zona cervicale ed in carenza di ossigeno compaiono gli spasmi e le fitte dolorose tipiche di chi soffre di mal di collo provocato da tensione muscolare. L’esempio tipico è quello del torcicollo, un dolore acuto spesso causato da una posizione sbagliata assunta durante il sonno. Il dolore da torcicollo regredisce spontaneamente in uno o due giorni, sebbene in alcuni casi possa persistere anche per una settimana. Spesso basta davvero poco per scatenarlo, ad esempio una postura scorretta soprattutto da seduti, dormire col cuscino sbagliato o in una posizione non appropriata ma anche fattori atmosferici. Il collo, infatti, è una delle zone del nostro corpo maggiormente esposte a colpi di freddo, tuttavia esistono alcuni semplici rimedi per prevenire o alleviare il dolore al collo.

Rimedi fitoterapici

Un buon sistema per curare il dolore al collo consiste nel ricorrere a rimedi fitoterapici e quindi alle erbe officinali, che possiedono ottime proprietà terapeutiche. In particolare, per il mal di collo sono utili:

  • L’arnica che ha proprietà disinfiammanti e analgesiche. Si trova sotto forma di pomata, da applicare sulla zona dolente due volte al giorno. L’effetto dei massaggi è maggiore se effettuati dopo una doccia calda poichè il calore ha un effetto decontratturante per alleviare il torcicollo.
  • La canfora che può alleviare il dolore al collo grazie alla sua proprietà di richiamare sangue in superficie.
  • Il sale grosso che è uno dei rimedi più adatti per il torcicollo. Basta scaldarne un po’ in una pentola fin quando non inizia a scoppiettare, quindi versarlo nella federa di un cuscino e appoggiarlo sulla parte dolorante facendo attenzione a non scottarsi poiché il sale, scaldandosi, raggiunge temperature elevate.
  • La camomilla che, se assunta la sera prima di andare a letto, aiuta ad alleviare lo stress e le tensioni, spesso alla base delle contratture dei muscoli che provocano il torcicollo.

Esistono anche una serie di rimedi e accorgimenti utili che possono aiutare ad alleviare e prevenire il mal di collo.                –Lo stretching: Anche quando si soffre di dolori cervicali è consigliata una leggera attività fisica mentre è meglio evitare di stare a riposo per tempo lungo, perché si rischia di aumentare la rigidità muscolare e di aggravare così la situazione. Tutto sommato però è utile sapere che nella fase acuta dell’infiammazione, e quindi del dolore, è bene rimanere a riposo per qualche giorno senza fare sforzi per poi riprendere gradualmente il movimento con il diminuire del dolore. Lo stretching è un ottimo modo per sciogliere le tensioni muscolari e per mobilizzare le vertebre cervicali. Questo metodo di allenamento favorisce l’elasticità dei tessuti e migliora la mobilità articolare. Uno degli esercizi migliori per il torcicollo consiste nel compiere delle circonduzioni con la testa, tenendo la schiena dritta e le spalle rilassate. I movimenti devono essere sempre molto lenti e profondi, per evitare di peggiorare il dolore e, soprattutto in presenza di dolore acuto, si consiglia sempre di rivolgersi al FISIATRA ed al FISIOTERAPISTA

-Corretta posizione durante il sonno: se si soffre di cervicale è importante sapere come dormire. Spesso infatti il mal di collo è scatenato – o peggiorato – da alcune scorrette abitudini in fatto di sonno. Innanzitutto è sconsigliato dormire proni (ovvero sulla pancia), poiché il collo è costretto ad una posizione innaturale. Meglio rimanere supini o su un fianco, in posizione fetale. Il cuscino dovrebbe essere sottile ma abbastanza rigido tanto da sostenere bene il collo. Se siete abituati a dormire a pancia in su, potete anche fare a meno del supporto del guanciale. Il materasso, ugualmente, non dovrebbe essere troppo morbido. La testa deve rimanere allineata alla colonna vertebrale, per evitare spiacevoli dolori.

-Massaggi e relax: i massaggi sono un valido aiuto quando il mal di collo causato da contratture dei muscoli, aiutano infatti a decontrarre i muscoli stessi migliorando l’afflusso di sangue e alleviando il dolore.

  • Impacchi freddi: se i dolori sono causati da un’infiammazione causata da un trauma momentaneo come un movimento scorretto o brusco, applicare del ghiaccio sulla parte dolente può aiutare ad alleviare il dolore.
  • Terapia del calore: tra i rimedi più antichi e utilizzati per combattere il mal di collo c’è la terapia del calore. Spesso il calore viene utilizzato per trovare sollievo da vari tipi di dolore, grazie al suo effetto rilassante. La borsa dell’acqua calda che utilizzavano le nostre nonne ha proprio questo scopo, e oggi sono disponibili rimedi molto pratici da applicare sulla zona cervicale, come ad esempio le fasce autoriscaldanti ma, la terapia del calore è da utilizzare solo in presenza di dolore da contrattura muscolare.

Per chi soffre spesso di mal di collo è sempre consigliabile durante la stagione invernale tenere il collo al riparo dai colpi di freddo, la maggior causa dei dolori al collo.  Inoltre è sempre bene prevenire questo tipo di dolori cercando di migliorare alcune cattive abitudine posturali. Durante le ore di lavoro, soprattutto se si sta tanto tempo davanti al pc, sarebbe bene evitare di stare troppo tempo nella stessa posizione con il capo rivolto verso il basso, cambiare spesso posizione, ricordare di alzarsi una volta all’ora e magari fare qualche piccolo esercizio potrebbe aiutare a prevenire i dolori muscolari.                                                                                                                                                               Sicuramente, per chi è costretto a posture dannose per attività lavorative particolari, il modo migliore per evitare le contratture è la prevenzione con qualche seduta ciclica dall’OSTEOPATA che, con le sue tecniche di massaggio, provvederanno a mantenere rilassata la muscolatura.

Presso gli studi medici dell’Ortopedia Cossia, dell’area “Progetto Salute”, dedicata alla medicina specialistica, potete ricevere consulenze dagli specialisti più idonei a trattare questo problema:   OSTEOPATA, FISIATRA e MEDICO ORTOPEDICO   possono aiutarvi a ritrovare un maggior benessere psico-fisico.

Il piede è una vera meraviglia della natura

Il piede con le sue 26 ossa ed una trentina di articolazioni è una vera meraviglia della natura.

Ogni giorno ammortizza e sorregge quintali di peso e compie, durante una vita, migliaia di chilometri.

Ma cosa fare per i piedi delle donne che verso i trenta, quarant’anni cominciano ad accusare i danni provocati da mode irrazionali?

E come intervenire per i piedi degli anziani che presentano tutta una serie di disturbi e patologie capaci di rendere difficile la deambulazione?

A queste domande, presso l’Ortopedia Cossia, una equipe di specialisti come la PODOLOGA, il TECNICO ORTOPEDICO, il MEDICO ORTOPEDICO, ed il FISIATRA possono aiutarti a trovare le giuste soluzioni

Cominciamo dalla prevenzione, cosa occorre fare per conservare in buona salute i piedi?

Con un po’ di costanza ed attenzione non è difficile salvaguardare la salute dei piedi.

Occorre innanzitutto provvedere a tagliare le unghie ogni settimana facendo attenzione a non arrotondare gli angoli.

Particolare attenzione poi va dedicata al taglio delle unghie dei bambini, al fine di non creare i presupposti per le unghie incarnite.

Le donne, poi, devono evitare di farsi tagliare le unghie affusolate.

Particolare attenzione va usata per il materiale con cui sono confezionate le calzature; purtroppo molte calzature oggi in commercio sono confezionate con materiali tossici che rappresentano un grosso rischio.

Per le donne, in particolare, i tacchi non devono superare i 5-6 cm, mentre per chi ha il piede sensibile sono consigliabili le scarpe sanitarie dotate di plantare.

Il pediluvio quotidiano è una norma che nessuno dovrebbe trascurare soprattutto al rientro a casa al termine di una giornata di lavoro.

Esistono in commercio numerosi prodotti capaci di ammorbidire le callosità, riattivare la circolazione e dare una gradevole sensazione di benessere.

Ma a parte questi consigli che dovrebbero essere seguiti da tutti, ci sono categorie come i bambini o le donne che hanno problemi particolari.

Iniziamo dai bambini: come orientarsi per la scelta delle prime scarpe?

Le prime scarpe devono essere morbide in modo da non impedire i movimenti del piede.

In particolare la suola deve essere di buon materiale  flessibile, la punta ampia ed alta in modo da non comprimere le dita e permettere l’estensione dell’alluce che si verifica all’inizio della deambulazione.

Inoltre, il tallone deve essere aderente all’invaso del calcagno.

Non devono poi mai mancare i contrafforti che devono essere robusti, dato che hanno la funzione di mantenere saldo e diritto il calcagno; ecco perché nei primi anni di vita del bambino vanno evitate le scarpe da ginnastica che non presentano contrafforti.

Occorre inoltre tener presente che il piede del bambino è soggetto a continua crescita, di qui la necessità di cambiare le scarpe contempora-neamente alla crescita dei piedi in modo da evitare, utilizzando scarpe troppo strette, contrazioni che danneggerebbero inevitabilmente la struttura dei piedi.

Ai bambini fa molto bene camminare a piedi nudi sulla spiaggia o sui prati, cercare di prendere una palletta con le dita, camminare, per quanto possibile, sulla punta delle dita.

Oltre il 70% delle persone che ricorrono alle cure del podologo sono di sesso femminile.

Questo perché, come già evidenziato, le donne utilizzano spesso scarpe irrazionali imposte dalla moda che se riescono a far guadagnare qualche centimetro di statura, finiscono per produrre gravi fastidi ed anche serie patologie ai piedi.

D’altra parte oggi portare scarpe comode ed anatomiche non significa necessariamente dover rinunciare alla moda.

Alcune industrie infatti hanno capito l’importanza di salvaguardare i piedi delle donne, garantendo nello stesso tempo scarpe eleganti.

E’ bene che le donne imparino ad avere maggiore cura dei propri piedi, dedicando loro una parte del tempo che normalmente riservano alla cura della parte più esposta del corpo.

Presso gli studi medici dell’Ortopedia Cossia, “Progetto Salute” il lunedì ed il giovedì pomeriggio è presente una PODOLOGA per consigli sulla cura del piede, in particolare per piedi diabetici ed artritici; il martedì pomeriggio ed il sabato mattino è presente la PODOLOGA che si occupa delle valutazioni dei carichi con l’ausilio di apposite strumentazioni elettroniche. Entrambe danno, in base alle varie problematiche, indicazioni sul tipo di calzatura più idonea da indossare.

In presenza di alterazioni muscolo-scheletriche si potrà accedere alla consulenza specialistica del MEDICO ORTOPEDICO o del FISIATRA ed anche, quando vengono rilevate patologie legate a cattiva circolazione, si può fissare una consulenza con il CHIRURGO VASCOLARE per affrontare, anche congiuntamente, il problema ed avere un buona garanzia di successo della cura.

Accanto a questi operatori sanitari opera il TECNICO ORTOPEDICO che, con la sua esperienza di più di quarant’anni di attività, segue e interviene nella realizzazione di plantari su misura e nel lavoro di costruzione di calzature su misura, il tutto realizzato all’interno del nostro laboratorio.

Da Ortopedia Cossia e nei suoi studi “Progetto Salute”, lavoro di equipe, esperienza, professionalità sono garanzia per la tua salute.

I piedi mi fanno vedere le stelle

I piedi mi fanno vedere le stelle

Insieme a “Come va?”, “Arrivederci” e “Non sono stato io”, una delle frasi più comuni, in qualsiasi lingua, è probabilmente “I piedi mi fanno vedere le stelle”.

Non c’è da stupirsi.

Il piede dell’uomo è un congegno complesso, con più ossa di cinque generose porzioni di pollo, e con un tale intrico di muscoli, legamenti, nervi e vasi sanguigni che in genere si ha solo un’idea molto nebulosa del suo funzionamento, per non parlare poi di come prevenire i disturbi.

Aggiungiamo, inoltre, che ci impegniamo a camminare, correre, saltare per tenerci in forma, ma non dedichiamo un solo pensiero ai nostri piedi, se non quando si presenta qualche complicazione.

Comprensibile quindi che questo tipo di patologia sia uno dei più diffusi.

“Se la gente pensasse alla salute del piede quanto all’eleganza della scarpa in cui lo infila, si potrebbero evitare parecchi problemi- “Trascorriamo in piedi circa l’80% delle nostre ore di veglia. Sono i piedi a determinare l’allineamento di tutto lo scheletro, e ben pochi si rendono conto che le alterazioni del piede possono essere la causa di dolori e fastidi altrove”.

I piedi sono anche un barometro per le condizioni generali del corpo.

Anemia, artrite, diabete, disturbi cardiaci, circolatori e renali, ed altri malanni ancora possono essere individuati anzitutto nel piede.

Tutti noi, in pratica, nasciamo con i piedi perfettamente a posto, ma in età adulta il 70% accusa dei disturbi.

Fattori ereditari, cattivo trattamento del piede (compreso l’uso di scarpe e calze che non si adattano come dovrebbero), incidenti e la perdita del tono dei muscoli e dei legamenti che sopravviene con l’età sono tra le cause più comuni delle varie affezioni.

I piedi sorreggono tutto il nostro peso e meritano la massima considerazione.

In linea di massima una persona percorre diversi chilometri al giorno, di solito su superfici dure e rigide, e circa 190.000 nell’arco della vita: più di quattro volte il giro del nostro pianeta.

I piedi delle persone più attive assorbono l’impatto di circa 2,5 milioni di chilogrammi al giorno, per questo motivoi piedi costituiscono anche un miracolo dal punto di vista dermatologico.

La pelle delle piante è circa 10 volte più spessa di quella su tutto il resto del corpo, e funge da protezione.

Purtroppo il resto del piede è rivestito da pelle normale e fragile, per questo i disturbi dermatologici sono la ragione più frequente per cui ci si reca da un podologo.

I calli, per esempio, quelle piccole zone circolari di cellule indurite che si formano solitamente sulle dita in corrispondenza di un’articolazione sulla pianta del piede, sono uno dei fastidi più diffusi.

Ma sono anche prevenibili.

Dato che i calli sono di solito provocati dall’attrito o dalla pressione della scarpa, il modo più semplice per evitarli sta nel portare calzature in cui il piede stia comodo.

Se non c’è pressione od attrito è molto difficile che si formi un callo.

I calli molli si formano tra le dita quando le scarpe sono troppo strette.

Se avete un callo non cercate di eliminarlo con una lametta da rasoio: gli “interventi chirurgici” casalinghi possono provocare infezioni; lo specialista, che usa strumenti sterilizzati, può eliminarlo senza difficoltà e con poco dolore, ma è pericoloso cercare di fare da sé.

Sconsigliata anche la pratica di mettere a bagno il piede e poi cercare di eliminare il callo con lima abrasiva per calli, si rischia di provocare un danno ancor più grave, come un’infezione, senza eliminare la causa del callo. Ancora più dannoso è l’uso dei prodotti per eliminare i calli che, non avendo un’intelligenza per riconoscere il tessuto cheratinizzato e quello sano, è molto più facile che vada ad erodere l’epidermide sana con il grosso rischio di creare ulcere.

Se portate scarpe abbastanza larghe ma ugualmente soffrite di calli, la causa può ritrovarsi in un disturbo biomeccanico, come un dito a martello, dove la nocca del dito resta sollevata rispetto alla sua posizione normale e si strofina contro la scarpa.

Altra causa può essere un’escrescenza ossea che si forma quando si ha un’infiammazione locale per un periodo protratto.

Può essere necessaria una radiografia per accertare la situazione, ed un intervento opportuno se la causa è meccanica.

Le unghie dei nostri piedi sono delle protezioni che a volte, se non curate come si deve, possono causare degli inconvenienti.

L’unghia incarnita è il disturbo più comune e più doloroso, e si ha quando la parte laterale dell’unghia affonda nella pelle.

Di solito è dovuta ad un taglio mal fatto dell’unghia, ma può essere anche provocata da una ferita o da un’infezione micotica.

Molto comuni sono anche le contusioni alle unghie, dovute a botte o schiacciamento.

L’unghia si illividisce, e la pressione del sangue che si raccoglie immediatamente sotto è molto dolorosa.

Anche se esistono diversi rimedi domestici a cui si ricorre da tempo, rivolgetevi al podologo che si servirà di un ago o di un trapano elettronico per risolvere il problema.

Ma le unghie dei piedi possono illividirsi anche se urtano contro la scarpa durante una qualsiasi attività, in tal taso o le unghie sono troppo lunghe o, più probabilmente, le scarpe non sono adatte.

Moltissime persone non sanno comperarsi le scarpe; le donne solitamente le scelgono per compiacere l’occhio, e non il piede, e con suole così sottili da non offrire in pratica alcuna protezione. Per evitare simili inconvenienti scegliete scarpe in cui tra l’estremità dell’alluce e la punta della scarpa resti circa un dito di spazio.

Misurate le scarpe stando in piedi e, dato che praticamente tutti abbiamo un piede più grande dell’altro, provate la scarpa soprattutto su quello.

Misuratele poi di pomeriggio, perché durante la giornata il piede tende a gonfiarsi un poco, e scegliete scarpe che sentite comode, e non che dobbiate faticosamente adattare a voi.

Da anni l’Ortopedia Cossia si è specializzata nella vendita di calzature anatomiche confort e super-confort, nella vendita di calzature speciali per piedi diabetici ed artritici e di plantari anatomici. Nel proprio laboratorio produce calzature e plantari su misura.

I problemi dei vostri piedi vengono diagnosticati e trattati da PODOLOGHE che collaborano con il  TECNICO ORTOPEDICO, prestando le loro consulenze negli studi dell’Ortopedia Cossia “PROGETTO SALUTE”, lo spazio dedicato alla medicina specialistica dove si può avere la consulenza anche del MEDICO ORTOPEDICO e del FISIATRA per una perfetta salute dei vostri piedi.

VENE VARICOSE

VENE VARICOSE

Una donna ogni tre-quattro trentenni soffre di vene varicose.

Gonfie, bluastre e dolorose le varici deturpano vistosamente le gambe di circa mezzo miliardo di persone nel mondo.

Al mattino, quando ci si alza, sembra che tutto vada per il meglio.

Dopo poche ore le gambe, soprattutto tra il ginocchio e la caviglia, si trasforma in una sorta di calvario quotidiano: formicolii, gonfiori, pesantezza e dolori sono i compagni che ci si trascina dietro tutto il giorno sino all’ora di coricarsi.

La dinamica della patologia varicosa può essere paragonata ad un problema di natura squisitamente idraulica.

Se misuriamo la pressione di una colonna di liquido in un tubo verticale, questa risulta massima alla base del tubo e va decrescendo man mano che si procede verso l’alto.

Se però ad un tubo rigido ne sostituiamo uno elastico, per effetto della pressione idrostatica, esso tenderà a dilatarsi nella parte inferiore.

Lo stesso fenomeno si verifica nelle vene che, per insufficienza di elasticità delle pareti e delle valvole, si sfiancano e si dilatano sotto il peso della colonna del sangue.

A cosa servono le vene?

        Il ruolo delle vene negli animali che ne sono dotati (pesci, uccelli e mammiferi) è molto semplice: condurre il sangue da ogni regione del corpo verso il cuore, che lo ridistribuisce all’intero organismo attraverso le arterie.

Ad eccezione delle vene polmonari, che portano al cuore sangue ossigenato dai polmoni, tutte le altre vene contengono sangue povero d’ossigeno e ricco di anidride carbonica.

Una “pompa muscolare”

        Dal momento che le vene non sono in grado di restringersi attivamente, la natura ha pensato di aiutarle applicando una specie di pompa esterna che spreme ritmicamente le vene profonde: questa è la cosiddetta “pompa muscolare”, costituita dalle contrazioni di muscoli delle braccia e delle gambe durante i movimenti.

La compressione intermittente delle vene profonde, insieme all’effetto delle valvole, permette di indirizzare il sangue verso il cuore.

Varici e vita moderna

A questo punto è chiaro come la vita moderna influisca negativamente sul funzionamento delle vene: il tipo di alimentazione, l’inquinamento, l’attività lavorativa, la sedentarietà, ecc.

E difatti, l’insufficienza delle vene negli arti inferiori ha le dimensioni di una malattia sociale.

Un recente studio epidemiologico italiano condotto su oltre 18.000 soggetti con insufficienza venosa cronica ha evidenziato che:

  1. La malattia è tre volte più frequente nella donna.
  2. L’incidenza massima è nella fascia di età dai 50 ai 60 anni, per i maschi, e tra i 30 ed i 40 anni nella donna.
  3. Il 60-70% delle persone affette da varici svolge la maggior parte della propria attività quotidiana in piedi (per esempio negozianti, commesse, vigili, hostess, operai, ecc.), il 20-35% in quella seduta (impiegati, segretarie, insegnanti, ecc.).
  4. La maggioranza dei portatori di insufficienza venosa risulta essere in sovrappeso, soprattutto dopo i 40 anni di età.

La prevalenza delle varici nella donna si spiega con una maggiore fragilità delle vene, anche per effetto degli ormoni sessuali femminili.

Il decalogo delle “buone” vene

Ovvero come comportarsi per prevenire l’insufficienza venosa, alleviarne i sintomi e rallentarne il progressivo aggravamento.

  • Evitare di restare a lungo fermi in piedi o seduti.

Nel lavoro o durante i viaggi su veicoli di tanto in tanto alzarsi e fare qualche passo.

  • Alzare il letto dalla parte dei piedi di 15-20 cm: così si ottiene un migliore recupero della condizione fisiologica durante la notte.
  • Evitare i luoghi eccessivamente riscaldati, specialmente se con pannelli radianti nel pavimento.
  • Combattere la sedentarietà: praticare sport non traumatici, ginnastica, passeggiate.

Ridurre l’uso dei mezzi di trasporto, dell’ascensore, ecc.

  • Eliminare l’eventuale eccesso di peso.
  • Limitare al massimo il fumo ed i superalcoolici; adottare un’alimentazione varia, digeribile, genuina.
  • Combattere la stitichezza.
  • Limitare l’uso di calzature con tacchi alti e degli stivali; curare la funzionalità e l’igiene del piede, ricorrendo quando necessario ai consigli dello specialista ortopedico e del podologo.
  • Evitare indumenti eccessivamente attillati o che costringano all’altezza della vita, in corrispondenza delle cosce o delle gambe (pantaloni stretti, busti, pancere, giarrettiere, elastici).
  • Utilizzare calze elastiche che non stringano le dita dei piedi, abbinandole a calzature razionali.

Presso l’Ortopedia Cossia puoi trovare :

calze preventive 70 e 140 den;

calze elastiche KL 1,2,3 ed anche calze elastiche su misura;

calzature comfort e calzature predisposte per plantari;

plantari flebologici di serie e plantari su misura;

apparecchiature per pressoterapia in vendita o a noleggio;

possibilità di consulenze specialistiche di PODOLOGA, MEDICO ORTOPEDICO e CHIRURGO VASCOLARE.

Gli specialisti ricevono su appuntamento negli studi medici “Progetto Salute” al 1° piano sopra il punto vendita dell’Ortopedia Cossia.

Osteopatia Pediatrica

Osteopatia Pediatrica

Che cos’è l’osteopatia pediatrica

L’osteopatia è una medicina complementare con un approccio naturale, non invasivo, privo di effetti collaterali e contro indicazioni che, grazie alla sua terapia dolce, fa dei bambini pazienti ideali con risultati spesso sorprendentemente positivi;l’osteopatia pediatrica, dedicata quindi a neonati e bambini, è un approccio terapeutico che serve ad alleviare le disfunzioni che possono essere avvenute durante la nascita, sia nella fase del parto che in quella del travaglio.

Alcune compressioni possono riassestarsi spontaneamente dopo il parto, quando il bambino inizia a poppare, piangere, sbadigliare, ma questo processo di “demodellamento” può non avvenire autonomamente, soprattutto se il parto è stato difficoltoso.

Quali sintomi tratta l’osteopatia pediatrica nei neonati:

  • disagio mentre il neonato è steso supino;
  • eccessiva produzione di muco;
  • testa piatta o con una strana forma;
  • difficoltà a prendere il latte dal seno od in generale a nutrirsi;
  • coliche, reflusso gastroesofageo, rigurgiti;
  • pianto eccessivo;

nei bambini:

  • problemi sinusali;
  • otiti ricorrenti;
  • disturbi del sonno;
  • ritardo dello sviluppo psico-motorio;
  • ritardo della parola;
  • problemi di apprendimento;
  • asma od allergie;
  • problemi otorinolaringoiatrici;
  • mal di testa;
  • problemi posturali;
  • dolori associati alla crescita;
  • occlusioni dentali errate;
  • pseudo scoliosi.

Come funzione l’osteopatia pediatrica

L’osteopatia pediatrica, come l’osteopatia in genere, individua le aree in disfunzione e, con manipolazioni e manovre specifiche molto leggere, stimola la naturale tendenza del corpo verso l’autoguarigione e facilita il rilascio di tensioni e stress.

  • Le reazioni di neonati e bambini al trattamento possono essere diverse.
  • Spesso le sedute di osteopatia pediatrica rendono i piccoli pazienti molto rilassati, alcuni però possono avere manifestazioni di particolare energia, oppure possono liberare le loro emozioni attraverso il pianto, ma le manipolazioni non fanno alcun male, esercitano una pressione lieve che può essere paragonata al peso di una moneta sul corpo del bambino.
  • Raramente il bambino può apparire disorientato, ciò indica semplicemente che il trattamento ha bisogno di tempo per fare effetto.
  • In ogni caso, generalmente la terapia favorisce un buon riposo notturno.
  • Generalmente pochi trattamenti sono sufficienti, anche se questo varia molto in base al tipo di disfunzione ed all’età del bambino.
  • In generale, più un problema viene trascurato, più complessi saranno gli adattamenti del corpo e quindi più difficile lungo il processo di ripristino dello stato di benessere.

Quali sono i vantaggi del trattamento osteopatico

Si basa sulle conoscenze mediche tradizionali, ma non prevede l’uso di farmaci;

  • non ha effetti collaterali;
  • usa trattamenti indolore;
  • può essere utilizzata da sola o contemporaneamente ad altre terapie;
  • riduzione delle indagini e dei trattamenti invasivi.

L’osteopatia non è indicata solo per neonati e bambini, ma anche per donne in gravidanza, sportivi ed anziani; in generale per soggetti di tutte le età colpiti da particolari disfunzioni dell’apparato muscolo-scheletrico e viscerale, in assenza di lesioni organiche e disturbi posturali e del movimento.

Molte problematiche che si sviluppano nell’adulto possono derivare da un trauma alla nascita che è stato trascurato.

Scopri quanto sia importante affiancare al tuo bambino l’osteopata con un appuntamento, presso gli studi medici “Progetto Salute” dell’Ortopedia Cossia ,con la specialista in OSTEOPATIA PEDIATRICA.

SOLUZIONI PER LE CALVIZIE

SOLUZIONI PER LE CALVIZIE

TRAPIANTO DI CAPELLI
Per lui e per lei  diverse soluzioni per la calvizie

Per rimediare ad un problema di diradamento del cuoio capelluto le soluzioni possono essere diverse, a seconda dell’entità del problema. Vediamo quali sono le più efficaci, a seconda dell’entità del problema ma anche del sesso.

Alla ricerca dei capelli perduti

Difficilmente si accetta l’incipiente perdita di capelli con serenità o per lo meno con rassegnazione. Anzi, nella maggior parte dei casi, la si vive con angoscia e frustrazione. Il ritrovarsi con pochi capelli in testa é per molti fonte di grandissimo disagio. La calvizie androgene-tica è infatti tra i problemi estetici più “sentiti” dagli uomini ma anche da una discreta percentuale di donne. Riavere una folta chioma di capelli propri non è però impossibile. La chirurgia tricologica si è evoluta notevolmente in questi ultimi tempi: la ricerca scientifica ha portato alla messa a punto di tecniche efficaci sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo dei risultati. La ricrescita avviene pertanto in modo veloce, uniforme e soprattutto stabile: i capelli trapiantati non cadranno più e potranno essere sfoggiati in tutta la loro bellezza e luminosità.

Per l’uomo, il diradamento avanza in sette stadi

Non si diventa calvi tutto d’un colpo. La calvizie é un processo che si sviluppa gradualmente, seguendo degli stadi più o meno simili per tutti gli uomini. Se risulta praticamente impossibile evitare il processo di caduta e non ricrescita dei capelli (bisognerebbe intervenire sul corredo cromosomico!), molto si può fare giocando d’anticipo: rivolgendosi allo specialista alle prime avvisaglie, si potrà ricorrere ai ri-pari più semplicemente, evitando di attendere che il problema si al-larghi “a macchia d’olio”. E’ il caso comunque di pianificare già in questa fase una strategia di contrasto per impedire alla calvizie di continuare il suo percorso, arrivando a colpire anche la zona del vertice e risparmiando – ma qui siamo nell’ultimo stadio del processo – solo una stretta striscia di ca-pelli a ferro di cavallo situata sulla parte inferiore della testa.

CALVIZIE MASCHILE: LE 7 PRINCIPALI FASI DELLA CADUTA DEI CAPELLI
La scala di Hamilton-Norwood individua le fasi principali della calvizie maschile. James Hamilton fu il primo negli anni ’50 a classificare la perdita dei capelli nell’ uomo in base al grado di recessione della zona frontale e del vertice, suddividendola in 7 fasi. Dopo un quarto di secolo Norwood, sfruttando le stesse caratteristiche, suddivise la scala di Hamilton in alcune sotto fasi, arrivando così ad evidenziare ben 12 gradi di diradamento.

Il primo stadio (I) evidenzia un lieve arretramento della zona frontale con un minimo accenno di stempiatura.

Il secondo stadio (II) evidenzia un lieve arretramento della linea frontale ma una maggiore recessione delle stempiature che risultano più ampie e arretrate. Il grado II indica un arretramento omogeneo della linea frontale e delle stempiature.

Il grado III evidenzia un arretramento più marcato delle stempiature rispetto alla linea frontale con notevole assottigliamento e miniaturizzazione dei capelli in queste aree. Nel grado III vertex viene evidenziata una situazione simile alla III per le stempiature e la linea frontale, ma ad esse è associato un iniziale diradamento nella zona del vertice anche qui con presenza di capelli sottili e miniaturizzati.

Il grado IV presenta una linea frontale decisamente arretrata, stempiature ancora più profonde e un evidente svuotamento del vertex con capelli per lo più miniaturizzati. Le due zone sono tuttavia ancora separate da una zona centrale di capelli solo in parte assottigliati. Il IV grado identifica una situazione in cui il vertice appare ancora integro, ma la linea frontale è arretrata al pari delle stempiature.

Il grado V rappresenta un peggioramento del grado IV in cui permane un’ accenno di capelli sulla zona frontale, mentre la zona centrale ancora provvista di capelli, peraltro sempre più assottigliati, si è ridotta. Nella sotto fase V il vertice e la linea frontale sono pressoché svuotati e congiunti.

Il grado VI evidenzia uno svuotamento di tutta l’area superiore della testa in cui ormai i capelli si sono del tutto miniaturizzati

Il grado VII evidenzia una calvizie completa in cui sono preservati i capelli solo nelle zone della nuca e sopra le orecchie.

Un problema anche femminile

La calvizie non è più solamente un problema che riguarda l’uomo, dato che negli ultimi tempi si sta diffondendo sempre più anche tra le donne (ad esserne colpite sarebbe il 35% della popolazione femminile in età fertile ed il 50% in età della menopausa). Le fasi del diradamento dei capelli possono seguire nella donna lo stesso schema maschile (con la differenza che si conserva anche l’orletto frontale in corrispondenza dell’attaccatura), ma in genere interessa principalmente la parte centrale della testa per poi allargarsi a raggiera.

Chirurgia della calvizie

Il trapianto di capelli e’ uno degli interventi di chirurgia plastica che sono stati maggiormente perfezionati negli ultimi anni. Oggi garantisce al paziente non solo la possibilita’ di ritrovare i propri capelli dove li aveva perduti, ma anche di riacquistare un aspetto estetico ottimale e senza alcuna traccia dell’intervento. La causa piu’ comune di perdita dei capelli nell ’uomo e’ l’alopecia androgenetica. Nelle donne pur se molto piu’ raramente e meno intensamente si potra’ verificare lo stesso fenomeno

Trapianto di capelli
Risultati rapidi e naturali con le nuove tecniche

Grazie alle nuove tecniche di chirurgia tricologica, è possibile programmare un rinfoltimento del cuoio capelluto personalizzato, che tenga conto delle diverse caratteristiche del paziente come il sesso, l’età, la forma del viso ma anche la personalità. L’evoluzione chirurgica consente tra l’altro risultati naturali (i “nuovi” capelli crescono infatti nella stessa direzione di crescita adeguata alla specifica zona) ed un rinfoltimento realizzabile addirittura in una singola seduta (ora è possibile recuperare in un colpo solo fino a 2.000 elementi!).
Gli interventi vengono realizzati in day hospital, ricorrendo all’anestesia locale accompagnata da sedazione

Qualora dovessi notare un graduale diradamento dei capelli, puoi prenotare un consulto con lo specialista di MEDICINA e CHIRURGIA ESTETICA presso gli studi medici “Progetto Salute” dell’Ortopedia Cossia per ritrovare il piacere di una folta capigliatura

Artrite: il segreto sta nella diagnosi precoce

Artrite: il segreto sta nella diagnosi precoce

Artrite: Il segreto sta nella diagnosi precoce e la vera prevenzione  è l’uso corretto e tempestivo dei farmaci.

Mani, polsi, spalle, schiena, ginocchia, caviglie, piedi: tutte le articolazioni del corpo, ovvero quelle complesse strutture anatomiche che mettono in relazione due o più ossa, possono essere colpite da dolori acuti o cronici, che non sono esclusivi dell’età avanzata, ma possono manifestarsi anche in soggetti giovani od addirittura nell’infanzia.

Fra le più comuni malattie reumatiche ci sono artriti ed artrosi, simili nella sintomatologia, ma diverse nelle cause.

Mentre le artrosi dipendono da una degenerazione delle cartilagini, dovuta principalmente alla loro usura nel tempo, le artriti sono processi infiammatori a carico della membrana sinoviale, ovvero di quella sottile pellicola che riveste l’interno delle articolazioni e le lubrifica con un liquido filamentoso.

Quest’ultimo, in determinate condizioni patologiche, può variare di volume e composizione, determinando calore, rigidità e gonfiore”.

Il medico specialista esperto è in grado di distinguere fra le due condizioni, che hanno come base comune il dolore, ma in forma differente: nell’artrosi la sofferenza si allevia con il riposo e peggiora con il movimento, mentre nell’artrite avviene esattamente il contrario.

E poi, nel secondo caso, le articolazioni colpite sono calde al tatto, bloccate in maniera persistente, gonfie e talvolta deformate, senza contare che il problema può riguardare persone di ogni età, a differenza dell’artrosi, legata invece al passare degli anni.

Non solo una forma

Una volta classificato il problema, si tratta poi di compiere un ulteriore passo, perché sotto il termine di artrite rientrano almeno cinquanta patologie, ciascuna con le proprie caratteristiche.

“Esistono forme acute ed altre croniche, che possono interessare una sola articolazione od essere più estese, causate da alcuni germi oppure prive di uno specifico agente responsabile: per tutte, è fondamentale la diagnosi precoce per arrestare la progressione del danno articolare, che si sviluppa in tempi molto rapidi”.

Le artriti più comuni sono di quattro tipi.

  • Artrite reumatoide. Non è ereditaria, ma esiste una predisposizione genetica che aumenta il rischio di svilupparla.

Anche se interessa le articolazioni, nelle forme più severe può coinvolgere anche tessuti ed organi interni, come pelle, occhi, reni e polmoni.

E’ considerata una malattia autoimmune, causata da alcune cellule del sistema immunitario che non funzionano più in modo corretto ed aggrediscono le strutture sane, scambiate per sostanze estranee da distruggere.

  • Spondiloartriti sieronegative. E’ un grande e variegato gruppo di patologie, che comprende la spondilite anchilosante, artrite reattiva, artrite psoriasica, spondiloartrite giovanile e spondiloartrite indifferenziata.

Solitamente coinvolgono la schiena, ma spesso anche le articolazioni periferiche, più sovente degli arti inferiori (ginocchia o caviglie).

  • Artriti da micro-cristalli. Sono causate dall’accumulo di cristalli nelle articolazioni, che si infiammano e vanno incontro alla progressiva distruzione di ossa e tessuti.

La più nota è la gotta, dovuta ad un eccesso di acido urico, che si manifesta con dolore improvviso, intenso e pulsante, sovente associato a gonfiore, rossore e senso di pressione.

Se l’accumulo è dovuto a cristalli di pirofosfato di calcio invece si parla di condrocalcinosi, che colpisce prevalentemente la popolazione anziana, soprattutto a livello di ginocchia.

  • Artriti reattive. Sono la conseguenza di un’infezione urogenitale (uretriti, cistiti, prostatiti…) o intestinale (enteriti con diarrea), che può “migrare” e sviluppare un’infiammazione a distanza, anche a livello di articolazioni, diventando cronica nonostante la scomparsa del microrganismo.

Cause incerte

Esistono anche artriti che accompagnano a malattie autoimmuni, come il morbo di Crohn o il lupus eritematoso sistemico; altre, dette reattive, patologie della tiroide, del sangue ed alcuni tipi di neoplasia.

Nella maggior parte dei casi, soprattutto nelle forme croniche, non esistono cause certe e conosciute, perché a favorirne la comparsa gioca una complessa somma di fattori genetici, ambientali ed endogeni: in altre parole l’infiammazione può essere scatenata da un particolare stile di vita, così come da produzione ormonale, inquinamento, obesità, predisposizione genetica, alcuni agenti infettivi e molto altro. Di conseguenza, non esiste una prevenzione primaria da mettere in atto per scongiurare il pericolo, ad eccezione per le forme causate da agenti patogeni come, per esempio, la febbre reumatica dovuta in particolare allo streptococco beta emolitico di tipo A, per le quali esistono farmaci da assumere per sconfiggere o prevenire le infezioni prima che possano scatenare il problema. Ovviamente, comunque, una vita sana nel suo complesso può essere d’aiuto, così come va evitato il fumo di sigaretta, che può incidere sullo sviluppo della malattia o peggiorarne il decorso.

Ma la vera prevenzione per le artriti è quella secondaria, ovvero l’uso corretto e tempestivo di farmaci appropriati alla realtà clinica: ecco perché serve una diagnosi precoce, entro sei mesi dal manifestarsi dei sintomi, prima che si instaurino danni irreversibili, come deformità, rigidità permanenti ed invalidità, oltre che eventuali problemi sistemici, a carico di altri organi, spesso coinvolti in queste patologie.

Presso gli studi medici “Progetto Salute” dell’Ortopedia Cossia puoi trovare una equipe di specialisti che lavorano per migliorare la tua salute ed accompagnarti in un percorso che ha come traguardo il tuo benessere fisico e psichico.

Per informazioni o prenotazioni telefona a Ortopedia Cossia 0331256467.

Primavera,stagione ideale per ritrovare la forma

Primavera,stagione ideale per ritrovare la forma

Arriva la primavera, stagione ideale per ritrovare la forma. Depurarsi ora per star subito bene ed arrivare all’estate in perfetta forma, cominciando dalle abitudini a tavola!

Questo significa che bisogna imparare il proprio corretto regime alimentare, che non significa necessariamente “dieta” poiché, troppo spesso, le diete generano stress e lo stress può causare una carenza di “dopamina” che, se manca, ci rende abulici, insoddisfatti, tristi, apatici, e non si arriva al risultato desiderato.

E’ormai convinzione di nutrizionisti e psichiatri che molte sostanze contenute negli alimenti abbiano un potenziale ruolo sul benessere della nostra psiche. Molti studi attestano che il cibo non serve solo a gratificare il palato ma ha un ruolo fondamentale nel determinare il nostro stato d’animo e le nostre emozioni. La cucina del buonumore, stimolata anche dall’arrivo della bella stagione, è un concentrato di sane abitudini alimentari che rispetta la stagionalità degli alimenti e la varietà della dieta includendo tutti gli alimenti. Il cattivo umore, soprattutto quello legato alla tipica depressione stagionale, dipende da una carenza di serotonina e, visto che questa sostanza viene prodotta dal cervello quando mangiamo alimenti ricchi di carboidrati, non bisogna eliminare dalla dieta pane, pasta, riso e tutti gli altri cereali.

L’importante è introdurre gli alimenti in base al proprio metabolismo, alla propria attività quotidiana, nelle proporzioni corrette, e con i corretti abbinamenti.

Se vuoi trovare il tuo corretto regime alimentare adeguato al tuo stile di vita chiedi il parere del medico specialista e, mai affidati a diete fai da te o che richiedano l’uso di prodotti non naturali. 

PROGETTO SALUTE dell’Ortopedia Cossia ti offre la consulenza della DIETOLOGA SPECIALISTA IN SCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE su appuntamento.

Per maggiori informazioni scrivici su [email protected] oppure chiamaci al numero 0331256467

Consigli per una corretta dieta depurativa

Consigli per una corretta dieta depurativa

Dopo le vacanze natalizie, può essere che abbiamo preso qualche chilo e che, nonostante abbiamo trascorso alcuni giorni di riposo, ci sentiamo stanchi e con poca energia.

Anche se è sgradevole, questo è normale ed è dovuto al fatto che l’organismo risente dell’accumulo di tossine provocato dagli eccessi alimentari. Ma che questo possa accadere non significa che ci si debba rassegnare ad affrontare la ripresa lavorativa poco in forma.

Al contrario: questo è il miglior momento per depurare l’organismo e ricaricare le energie con l’aiuto di una dieta depurativa.

La sregolatezza alimentare e le abitudini tipiche del periodo di vacanze generano una quantità di sostanze di scarto nell’organismo che si possono eliminare, senza aiuti, solo con molta difficoltà.

E questo incide tanto sulla salute quanto sul peso.

Però possiamo far riposare il nostro organismo con una dieta leggermente depurativa che lo aiuti a riequilibrarsi.

  • Ricordiamo: Non si tratta di fare una dieta depurativa drastica per tutto il mese (questo comporterebbe più rischi che benefici), ma di seguire una dieta ipocalorica ed equilibrata, che comprenda tutti i gruppi di alimenti.
  • Così possiamo riuscirci. Si tratta di mettere in atto un’alimentazione da seguire facilmente, distribuita in cinque pasti al giorno e molto ricca di verdure, che ci permetterà di perdere peso gradualmente ed allo stesso tempo di acquistare salute.

Una dieta depurante rigida non deve durare più di 3 giorni, poiché potrebbe produrre stanchezza, affaticamento ed una diminuzione della pressione.

Le diete depurative troppo rigide e povere di calorie sono decisamente poco consigliabili e controproducenti.

Inoltre, favoriscono anche l’effetto yo-yo.

Quelle che proibiscono alcuni alimenti sono carenti di fondamenti scientifici (eccetto quelle che lo sono per prescrizione medica) e costituiscono un rischio.

 

Se la quantità di sostanze dannose è eccessiva, gli organi escretori (fegato, reni, intestino, polmoni e pelle) si sovraccaricano e non eliminano bene le tossine, che quindi si accumulano nell’organismo

  • L’organismo ci avverte. Una serie di sintomi apparentemente estranei a questo problema, come mal di schiena o mal di testa, una stanchezza ingiustificata od una cattiva digestione possono invece essere la conseguenza di un sovraccarico di tossine.

Altri sintomi comuni di un’intossicazione dell’organismo sono allergie, disturbi gastrici, eruzioni cutanee, insonnia, infezioni frequenti, cellulite, obesità, ritenzione dei liquidi.

  • Come si deve agire. Di fronte a questi sintomi, accompagnati da una sensazione di malessere generale, è importante rendersi conto che l’organismo sta segnalando al cervello che è sovraccarico di tossine e che non riesce a metabolizzarle da solo, quindi ha bisogno di un aiuto che favorisca e stimoli la sua depurazione.

Seguiamo questo programma per ristabilire l’equilibrio nel nostro organismo e tornare a sentirci bene.

L’organismo può contare su di un complesso sistema naturale di disintossicazione per eliminare le tossine.

Ma abbiamo già visto che alcuni fattori esterni contribuiscono a far sì che queste tossine si accumulino nel nostro organismo.

Perciò, ci occorre dare un aiuto in più per attivare le vie naturali di eliminazione.

  • Stimolare il lavoro dei reni. Sono deputati ad eliminare le tossine attraverso l’urina. Filtrano quotidianamente circa 180 litri di liquidi.

Non vi è niente di meglio che iniziare favorendo la produzione di urina, attraverso l’assunzione di sufficiente acqua. Forse per i primi giorni di questo regime di reidratazione non noterai miglioramenti (o è possibile che noti un peggioramento), ma alla fine della settimana il miglioramento sarà già notevole. Lo vedremo riflesso nel corpo ed anche sulla pelle, che sarà molto più luminosa.

Almeno 8 – 10 bicchieri al giorno (equivalgono a 1,5 – 2 litri), poiché è la quantità necessaria affinché l’organismo, composto da un 60 – 70% di acqua, funzioni correttamente.

Teniamo presente che l’acqua è fondamentale per diluire le sostanze di scarto ed eliminarle attraverso l’urina, quindi facilitare il lavoro dei reni.

Ci aiuta anche ad evitare la ritenzione dei liquidi e, con la fibra, a contrastare la stitichezza.

  • NON DIMENTICHIAMO di bere il primo bicchiere d’acqua della giornata a digiuno, è particolarmente salutare.

Così si mette in moto il metabolismo e, con esso, si attiva la combustione delle calorie, perciò, appena svegli, bere un bicchiere d’acqua.

Alimenti diuretici da consumare:

Oltre all’acqua, in qualsiasi processo di depurazione frutta e verdura fresche sono fondamentali.

Questi alimenti, oltre ad essere fonte di vitamine, minerali ed antiossidanti, si distinguono per il loro effetto diuretico e depurativo.

Grazie al loro elevato contenuto di acqua e potassio, favoriscono in genere la diuresi.

E per via della loro ricchezza di fibra aiutano anche a combattere la stitichezza. Inoltre, non solo sono fondamentali per potenziare i processi depurativi, ma sono anche sazianti, contengono poche calorie (tanto crude quanto cotte) e rinforzano l’organismo senza generare residui tossici.

 Assumere meno sale è depurativo

Un altro punto chiave per favorire la diuresi e con questa l’eliminazione delle tossine è limitare il sale (cloruro di sodio).

Il semplice motivo è che il sodio in eccesso causa ritenzione dei liquidi ed aumenta la pressione arteriosa.

  • Per ridurre la pressione arteriosa, la prima cosa da fare è moderare il sale che comunemente si usa in cucina per preparare i piatti.

E quando ci sediamo a mangiare togliamo la saliera dal tavolo, perché non ci venga voglia di usarla.

  • Dobbiamo anche limitare i prodotti salati come salatini, sottaceti, affumicati, insaccati, formaggi, salse e così via.

Allo stesso modo, dobbiamo tener presente che molti alimenti lavorati, conservati e prodotti industrialmente contengono un’elevata quantità di sale, quindi la cosa migliore sarebbe utilizzare prodotti freschi di stagione.

Ma se usiamo quelli confezionati, prima di comprarli controlliamo l’etichetta per sapere che quantità di sale apportano, e consumiamo pane senza sale.

Il potassio, con il sodio, regola l’equilibrio dell’acqua all’interno ed all’esterno delle cellule ed il suo apporto è fondamentale per liberarsi della ritenzione dei liquidi.

Le sue principali fonti sono verdura, frutta, legumi, cereali integrali, patate e frutta secca.

Non dimentichiamo di includerli nella nostra alimentazione.

Per dare sapore agli alimenti, limitando l’apporto di sale possiamo:

  • UTILIZZIAMO ERBE aromatiche (basilico, origano, prezzemolo, timo, ecc.) e spezie (curcuma, zenzero, curry, ecc.) per condire i nostri piatti.
  • ALTRI CONDIMENTI come il succo di limone e l’aglio, ed un goccio di buon olio extravergine di oliva per condire, ci aiuteranno ad evitare il sapore insipido.

Soprattutto dobbiamo evitare di ricorrere alle salse ed agli altri condimenti in commercio (salsa di soia, tabasco, maionese, ecc.) perché si tratta di prodotti molto ricchi di sale.

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Una buona alimentazione è fondamentale per rimanere in salute e quindi, quando occorre intervenire sulla propria alimentazione bisogna rivolgersi allo specialista: presso gli studi Medici Specialistici dell’Ortopedia Cossia potrai richiedere una consulenza con la Dietologa , Specialista in Scienze dell’Alimentazione, per adeguare il tuo regime alimentare alle tue esigenze ed ai tuoi problemi, aiutandoti così a ritrovare salute!

Vinci l’ansia ed evita di spizzicare

Vinci l’ansia ed evita di spizzicare

Vinci l’ansia ed evita di spizzicare: non resistere al fuori pasto è una delle cause più comuni di abbandono di una dieta. Ma questo non deve per forza accadere, poiché controllare il peso non significa mangiare poco, ma mangiare bene

Per controllare i chili di troppo l’alimentazione non deve essere povera di calorie, ma bisogna anche eliminare ciò che si mangia fuori pasto. Infatti spesso, nonostante si faccia attenzione ai pasti, l’ansia da cibo e la voglia di spizzicare qualcosa è ciò che porta ad assumere più calorie di quelle necessarie e così si vanifica la possibilità di dimagrire. Quando si segue una dieta per perdere peso, mangiucchiare non è consentito. Perciò, conoscere i segreti per controllare questo impulso è fondamentale.

CHE COSA PUOI FARE PER CONTROLLARTI

  • I tuoi pasti devono essere equilibrati e completi.

Se non è così, è facile che si risvegli l’appetito prima di arrivare al pasto seguente, quindi abbasserai la guardia e ti verrà voglia di mangiare senza controllo qualsiasi cosa, soprattutto alimenti poco sani e molto ricchi di calorie e grassi.

  • Prolunga il senso di sazietà per più tempo. Il modo migliore per non soffrire di ansia da cibo è avere un senso di stomaco pieno. Esistono alimenti e consigli nutrizionali che ti possono aiutare a mantenere la sensazione di pienezza più a lungo.
  • Devi anticipare la sensazione di fame. Avere forza di volontà ti aiuterà a raggiungere il tuo obiettivo, ma esistono molti altri trucchi che possono far sì che una dieta dimagrante risulti semplice e gradevole e non si trasformi in una tortura, ma anzi il contrario: è la migliore alleata perché si riesca a cambiare abitudini.

Perché si prova un senso di fame?

La fame è il risultato di un processo particolarmente complesso in cui intervengono numerosi fattori biochimici.

  • L’insulina gioca un ruolo importante, poiché serve a regolare i livelli di glucosio nel sangue.

Quando la glicemia si abbassa, l’organismo avverte che gli  manca energia e questo fa in modo che si provi appetito.

  • La leptina. Quando nell’organismo aumenta il grasso, gli adipociti, cioè le cellule di grasso, producono leptina e la liberano nel sangue.

Questo ormone arriva all’ipotalamo e dà il segnale di sazietà.

  • La colecistochinina è un altro tipo di ormone che genera sazietà. Viene prodotto in risposta alla presenza di alimenti nell’intestino, sopra-tutto in quello crasso.

Però, se mangi carboidrati, il segnale che fa smettere di mangiare non si genera.

  • La grelina. Questo ormone è prodotto dallo stomaco quando è vuoto e, quando arriva al cervello, dà l’ordine di attivare l’appetito.

Come sentirsi sazi senza esagerare a tavola

La prima garanzia anti-spiluccamento è che si verifichi una doppia condizione: che all’organismo non manchi mai energia e che senta di aver mangiato bene.

Segui questi consigli per riuscire nel tuo intento.

  • Mangia meno, ma più volte. Suddividi i tuoi pasti quotidiani in cinque momenti, compresa una ricca colazione, e cerca di mantenere un orario regolare, senza lasciar passare più tre ore fra i pasti.

Saltarne uno di questi, soprattutto la colazione, è controproducente per il peso perché allora si prova un senso di fame ed in questo stato è difficile resistere all’impulso mangiucchiare qualsiasi cosa.

  • Non eccedere, ma fai in modo che le calorie siano sufficienti. Se la tua alimentazione risulta particolarmente squilibrata e non apporta all’organismo l’energia di cui ha bisogno, è probabile che non controlli l’impulso di mangiare e che questo porti a molti eccessi.

Di sicuro, quando ti alimenti bene, eviti gli attacchi improvvisi di fame, ovvero, tieni l’appetito sotto controllo. Pertanto, la cosa migliore per evitare di spizzicare è adeguare sempre l’alimentazione alle richieste energetiche dell’organismo.

  • Inganna il cervello. Per inviare il segnale di sazietà, il cervello si basa anche sulla valutazione di elementi esterni. Per esempio, percepisce di aver mangiato di più se le posate sono grandi o il piatto resta vuoto. Questo ti aiuterà a sentirti soddisfatto prima ed eviterai così di mangiare più di quanto necessario. Un’altra buona idea è scegliere alimenti molto voluminosi che apportano poche calorie nonostante che tu ne possa prendere una bella porzione.

Alimenti per riempire il piatto senza quasi assumere calorie

Gli alimenti che hanno un maggior volume e meno calorie sono di solito quelli che contengono una grande quantità d’acqua, fibra ed una bassa percentuale di grassi (verdura, frutta, funghi). Questi apportano anche un maggiore effetto saziante, quindi, se li scegli, avrai la sensazione di aver mangiato abbastanza.

« SPINACI 250 grammi (un piatto intero) 75 kcal
« LATTUGA 200 grammi (un’insalata pesa di solito 100 g) 38 kcal
« CHAMPIGNON 150 grammi (una lattina ne contiene 300 g) 30 kcal
« ZUCCHINE 200 grammi (una zucchina grande intera) 22kcal

Mangiare sano non significa mangiare poco e non implica che i piatti siano monotoni.

Puoi avere consigli e consulenza per ottenere una buona forma fisica senza stress e senza ansia con la DIETOLOGA e con la PSICOLOGA degli Studi Medici Specialistici dell’Ortopedia Cossia che ti seguiranno nel percorso per conseguire, senza difficoltà, il traguardo di un ottimo benessere psicofisico.

 

 

 

Le malattie reumatiche vanno prevenute

Le malattie reumatiche vanno prevenute

Le malattie reumatiche più frequenti, come l’artrosi e soprattutto l’osteoporosi, devono iniziare ad essere combattute prima della loro insorgenza, ciò significa che le malattie reumatiche vanno prevenute. La mancanza di sintomi è uno dei principali problemi di questa perdita progressiva di massa ossea; alcune persone addirittura possono avere una frattura prima di essere a conoscenza della malattia. Infatti questa patologia provoca una riduzione della densità dell’osso ed una alterazione della struttura microscopica del tessuto osseo che causa fratture spontanee. Quando ciò accade la malattia è già in fase avanzata e bisogna iniziare subito una cura.  Esiste il falso mito che le malattie reumatiche insorgano solo in persone di una certa età, ma in realtà (anche se alcuni processi come l’artrosi e l’osteoporosi sono più frequenti quando si va avanti con gli anni), le malattie reumatiche possono colpire tutte le fasce d’età ed ambo i sessi: l’artrite idiopatica giovanile insorge nei bambini, il lupus eritematoso sistemico è tipico della donna giovane, la spondilite anchilosante colpisce i giovani di entrambi i sessi e l’artrite reumatoide o la sindrome di Sjogren insorgono preferibilmente nelle donne tra i 40 ed i 50 anni.

Una delle cose su cui si sta insistendo in questi anni è proprio la necessità di far acquisire alla popolazione la consapevolezza dell’esistenza delle malattie reumatiche, che possono colpire tutte le fasce della popolazione e che, con una diagnosi ed un trattamento adeguati, possono garantire la qualità della vita e delle attività professionali e personali in tutta normalità.

Le Società di Reumatologia e le associazioni dei pazienti reumatici stanno facendo un grande sforzo perché il messaggio arrivi a tutti.

I medici insistono sull’importanza della diagnosi e del trattamento più precoci possibili.

Il caso più rappresentativo è quello dell’artrite reumatoide: oggi sappiamo che quanto prima si inizia il trattamento, maggiori sono le possibilità di ottenere un controllo adeguato della malattia perché questa non deteriori progressivamente le articolazioni. In altri casi, come quello del lupus eritematoso sistemico, una diagnosi precoce permette il controllo del paziente e la possibilità di individuare precocemente un disturbo renale od ematologico, che può essere asintomatico, ma arrivare a mettere a rischio la vita.

I disturbi prevalenti in questo genere di malattie reumatiche (come il dolore al collo o alle spalle, l’artrosi, l’osteoporosi) quasi sempre possono essere diagnosticate e trattate nell’ambito del proprio medico di famiglia.

Processi cronici di maggiore complessità come l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico, la spondilite anchilosante, l’artrite psoriasica, la sindrome di Sjogren, la gotta o la sclerodermia richiedono controlli periodici dal reumatologo, specializzato nella diagnosi e nel trattamento delle malattie di ossa, muscoli, articolazioni, così come di malattie auto-immuni sistematiche.

     E’ cambiato qualcosa negli anni!

  • Si personalizza meglio la terapia. La comparsa dei farmaci biologici è stata una rivoluzione nel trattamento di malattie come l’artrite reumatoide o la spondilite anchilosante in persone che purtroppo prima non avevano scelte terapeutiche efficaci. Nell’osteoporosi, oggi, dopo la menopausa si trattano solo le donne a rischio reale di frattura ossea.
  • Sono in corso ricerche da parte di diversi specialisti per scoprire quali fattori genetici ed ambientali possono favorire tali malattie e poter sviluppare farmaci che riescano a curarle.

Un’efficace azione per prevenire i disturbi

  • Esercizio fisico tutti i giorni. Conserva la densità ossea e protegge lo scheletro.

Se soffri di dolore articolare, fai esercizio dolce per evitare una eccessiva ossidazione.

  • Mantieni il peso forma. Ricorda che i chili di troppo, oltre ad altri danni, sovraccaricano le articolazioni, ma anche essere sottopeso non è salutare per le ossa.
  • Migliora la tua postura. Mantenere una postura scorretta nuoce alle articolazioni.

Stai dritto quando cammini e controlla la tua postura quando rimani seduto.

  • Il tabacco. I fumatori perdono densità ossea con più facilità ed hanno un rischio maggiore di soffrire di artrite reumatoide.
  • L’igiene orale. Alcuni batteri della malattia parodontale hanno un ruolo nello sviluppo delle malattie reumatiche.

E’ da abbandonare l’idea che avere dolore sia una cosa normale con l’età.

Rivolgiti ad un medico, prenditi cura di te e migliorerai la qualità della vita.

Presso gli studi medici dell’Ortopedia Cossia puoi trovare i medici specialisti per prevenire le malattie degenerative dell’apparato scheletrico: FISIATRA, ORTOPEDICO TRAUMATOLOGO e DIETOLOGA ed altri specialisti si prendono cura della tua salute.

La formula giusta per  la corretta calzatura

La formula giusta per la corretta calzatura

Tacco o ballerine? Ecco la formula giusta per la corretta calzatura.

Con il tacco a spillo e sottile, a punta, con le zeppe, oppure classiche décolleté: L’estate porta con sé la voglia di osare, anche per quanto riguarda le scarpe,non vi è nulla di meglio che indossare un bel sandalo, da sfoggiare su piedi abbronzati, così da valorizzare la silhouette, snellendo la caviglia, dando slancio al polpaccio e tonificando i glutei.

Una tentazione irresistibile per tutti, anche per quelle donne che non sono avvezze a camminare sui “trampoli” e che, d’inverno, preferiscono ballerine e mocassini per non rischiare caviglie doloranti e piedi gonfi.

Ma i tacchi fanno davvero così male?

E come scegliere la scarpa giusta?

Il parere degli specialisti di “Progetto Salute, gli studi medici dell’Ortopedia Cossia assicura che : “I sandali che tanto ci piacciono non sono da vietare in assoluto, va benissimo indossarli per una festa o una serata tra amici; occorre, però, stare attenti: se sono troppo alti e se li calziamo per troppo tempo, i rischi ci sono: instabilità posturale, distorsioni, deformazioni dell’alluce, tendiniti, metatarsalgie fino ad arrivare al neuroma di Morton, un aumento di dimensioni di un nervo interposto tra i metatarsi…”.

C’è da dire, comunque, che in genere non è il tacco a provocare una determinata patologia ,“ma la scarpa alta”, assicurano, “peggiora sicuramente i problemi di cui il nostro piede soffre”.

Partiamo dal presupposto che la scarpa ideale non esiste e se anche Cenerentola ha patito un bel po’ per trovare la sua calzatura “su misura”, figuriamoci noi che non abbiamo una bacchetta magica a portata di mano. Di modelli ce ne sono davvero tanti; dalle ballerine con suola rasoterra, alle infradito impreziosite da gemme e lustrini, fino agli stivali estivi ed alle décolleté con tacchi vertiginosi e, spesso, le donne le acquistano spinte dal trend del momento, senza considerare i danni che stanno apportando ai loro piedi.

“Basti pensare”, calcola l’ortopedico, “che con un tacco di nove centimetri, ben più basso quindi di quello della maggior parte dei sandali estivi, ben il 76% del peso corporeo viene trasferito sulla punta del piede: una condizione innaturale e pericolosa per le dita”!

Eppure, ancora oggi molte donne credono che “altezza è mezza bellezza”; se è vero che un recente sondaggio condotto dall’American podiatric Assuciation ha certificato che una donna su due sceglie le scarpe in base al proprio gusto estetico, pur essendo consapevole dei rischi cui va incontro.

Addirittura, il 73% delle intervistate ha candidamente ammesso di avere già un problema ai piedi dovuto a sandali & Co…

Alcuni ricercatori inglesi dell’Institute of physics, coordinati dal professor Paul Stevenson, qualche anno fa pubblicarono i risultati della loro ricerca sul tacco ideale ma la formula usata per calcolarlo non ebbe molto successo….

In realtà ogni donna può capire da sola se il sandalo che ha scelto sia quello giusto, basta seguire alcune indicazioni che non saranno uscite delle equazioni dei fisici inglesi, ma di sicuro sono efficaci.

“Prima di tutto”, aggiunge l’ortopedico, “è importante verificare se la suola si adatta comodamente al tallone.

Inoltre, poggiata su un tavolo o sul pavimento, deve combaciare perfettamente con esso.

La parte anteriore dovrebbe poi essere sufficiente spaziosa e flessibile, in maniera che la punta del piede possa muoversi liberamente.

Il tacco, infine, non dovrebbe superare i 4-5 centimetri”.

In pratica, meglio le classiche “scarpe della nonna”, certamente sane, ma molto poco “glam”, piuttosto che stiletti e zeppe.

Tuttavia questo non vuol dire rinunciare completamente agli amati tacchi. che possono essere indossati, ma a tre condizioni :

-Prima di tutto, è bene non indossarli tutti i giorni, ma soltanto per occasioni speciali, ed anche in quel caso – è la seconda avvertenza – bisognerebbe non tenerli ai piedi per più di qualche ora consecutivamente.

“Se, ad esempio, abbiamo scelto i tacchi a spillo per una serata particolare, allora non occorre metterli già dalla mattina, è molto meglio portarsi in borsa “un ricambio” e uscire di casa con una scarpa comoda”.

-Infine, per le irrinunciabili dei “trampoli”, il consiglio è quello di alternare le décolleté ai sandali con il tacco largo o con il plateau  con una differenza di massimo tre centimetri tra la parte anteriore e quella posteriore: l’effetto di slancio della silhouette è garantito, ma il piede soffre di meno, perché la zappa attutisce la pressione ed evita di scaricare tutto il peso del corpo sull’avampiede.

Infine, una raccomandazione: le scarpe andrebbero scelte nel pomeriggio, perché il piede ha il giusto volume: di sera, infatti, è più gonfio, mentre al mattino, dopo ore di immobilità, risulta troppo asciutto.

A camminare con i tacchi si impara, è vero, ma il fastidio che si prova  a dieci o più centimetri di altezza non passa mai e, soprattutto, non importa quanto tu sia provetta a volteggiare su zeppe e stivaletti: il rischio di farsi male è sempre in agguato.

“L’utilizzo costante e continuo dei tacchi” dicono gli specialisti, “accentua le malattie dell’avampiede, del mesopiede e del tallone”: detto in altri termini, è l’arto inferiore, in tutta la sua struttura, a risentirne.

Ma quali sono le più comuni patologie in cui si rischia di incorrere?

“Un sandalo più alto di 5 centimetri”, avverte l’ortopedico, “può essere l’elemento scatenante perché si manifestino alluce valgo, dita a martello, lussazioni e deformazioni delle dita.

Ma il pericolo più grande si ha se si indossano i tacchi per molte ore al giorno e con grande frequenza: in questo caso, si può arrivare al caso estremo in cui il tendine di Achille ed i muscoli del polpaccio si accorciano”.

Meglio camminare con ballerine o infradito?

Secondo gli esperti, neppure questa soluzione è l’ideale, perché le calzature rasoterra provocano danni alla schiena ed alle ginocchia, ma anche problemi all’arco plantare.

“Sarebbe allora meglio”, evidenzia il medico, “camminare scalzi: si riattiva la circolazione e si rilassano i muscoli: praticamente, un massaggio naturale”.

Le terapie, naturalmente, vanno valutate caso per caso e concordate con il proprio medico, con il podologo o con l’ortopedico, nei casi più importanti.

Ci sono, però, alcuni rimedi che tutte possiamo seguire e che ci sono indicati per dare sollievo e riposo ai piedi.

“E’ utile fare esercizi di stretching, allungando le dita del piede nella classica posizione che assumono le ballerine, ed alternare sollevamenti sulla punta e poi sul calcagno.

Si possono utilizzare anche palline da tennis (da far scorrere sotto la pianta del piede, effettuando una leggera pressione), oppure fasce ed apposite tavolette propriocettive su cui rimanere in equilibrio, indicate in caso di distorsione della caviglia o quando è necessario rinforzare le articolazioni.

Un effetto benefico, infine, è dato dai massaggi e dai bagni in una bacinella con acqua e sale, meglio se “Sali ossigenati”

Da anni l’Ortopedia Cossia ha specializzato la propria attività dedicando particolare attenzione al piede: dalla produzione di calzature e plantari su misura, all’ampia scelta di calzature anatomiche per soddisfare il maggior numero di esigenze e per le varie patologie di cui può soffrire il piede. Con l’apertura degli spazi dedicati alla medicina specialistica, la clientela può inoltre usufruire di consulenze con la PODOLOGA, il MEDICO ORTOPEDICO, il FISIATRA che collaborano con il TECNICO ORTOPEDICO per garantire le cure più idonee per trovare soluzioni a chi ha problemi con i propri piedi.

Evitare che gli ormoni alterino l’aspetto fisico

Una buona prevenzione è fondamentale per evitare che gli ormoni alterino l’aspetto fisico della donna, con l’arrivo della menopausa.

L’arrivo della menopausa comporta una riduzione degli ormoni femminili che, a sua volta, può dare origine ad alcune conseguenze che riguardano l’aspetto fisico della donna: da cambiamenti nella pelle od ai capelli a variazioni nel peso.

Tuttavia, mantenere uno stile di vita sano può aiutare a contrastare questi effetti ormonali nel nostro organismo.

E’ importante quindi affrontare con serenità ed attenzione per il proprio corpo l’arrivo della menopausa ponendo attenzione ad alcune cose:

Hai una pelle più sottile? La diminuzione dello spessore dell’epidermide dà un aspetto più fragile alla pelle, mentre una diminuzione del collagene provoca perdita di tono e rughe del volto.

In questa fase la perdita di collagene nel volto è del 2% ogni anno ed è più rapida nei primi 5 anni di post-menopausa, durante i quali, pertanto, si perde fino al 30% del collagene totale presente nella pelle.

Hai perso elasticità? Allo stesso tempo è normale che diminuisca l’acido ialuronico, causando una perdita di elasticità.  Viene alterata anche la sintesi della melanina, che favorisce la comparsa di antiestetiche macchie cutanee.                                                                                                                                                                              Hai un aspetto meno luminoso? I cambiamenti a livello dei vasi sanguigni della pelle possono far avere al volto un aspetto pallido e spento.

CONTRO L’INVECCHIAMENTO DELLA PELLE

Per contrastare questi effetti della menopausa, il segreto sta nella cura continua della salute in generale e della pelle in particolare.

I seguenti consigli sono fondamentali per ottenere entrambe le cose.

  • Moderare l’esposizione al sole, evitare il fumo e mantenere una dieta equilibrata sono buone regole per prendersi cura della salute e dell’aspetto della pelle durante il climaterio.
  • Integrare l’alimentazione con dosi di collagene ed acido ialuronico a volte aiuta la cura della pelle.

Prima di prenderli di tua iniziativa, però, meglio chiedere al tuo medico se questo tipo di integratori sia indicato al tuo caso.

E’ POSSIBILE PREVENIRE LE VARIAZIONI DI PESO

La menopausa è una delle fasi critiche della vita della donna per quanto riguarda il peso.

  • Perché succede. Le cause di questo problema sono molteplici, alcune sono correlate direttamente con il calo degli estrogeni ed altre dipendono dall’età.

Tutte condizionano un aumento del consumo di cibo ed una diminuzione del dispendio energetico basale.

Infatti, con l’età si ha una riduzione dell’attività metabolica e, in genere, si ha anche una riduzione dell’attività fisica.

Tutto ciò contribuisce notevolmente all’aumento di peso.

  • Come te ne accorgi. Oltre all’aumento di peso, si osservano anche cambiamenti nella distribuzione del grasso che inizia ad accumularsi maggiormente a livello addominale e sul giro vita, non più sulle cosce e sui fianchi.

Questo facilita lo sviluppo di alcune malattie come il diabete di tipo 2, l’ipertensione arteriosa e l’aumento dei livelli di colesterolo.

Non bisogna dimenticare che questi sono fattori di rischio cardiovascolare.

  • Per tenere sotto controllo il peso sono fondamentali una dieta corretta ed un programma di esercizio a moderata intensità (cyclette, tapis roulant).

Fare questo tipo di attività per 45 minuti al giorno, 5 giorni a settimana, è sufficiente per mantenere un buono stato fisico e diminuire il grasso addominale.

Se, però, si aumenta la durata degli esercizi, si riduce di più il grasso corporeo.

Per quanto riguarda l’alimentazione, in questa fase si deve puntare soprattutto sulla frutta e la verdura, consumare le proteine di pesce e carne bianca limitando il consumo di carne rossa, dividere i pasti in 4-5 volte al giorno e bere tanto, almeno 2 litri di acqua al giorno.

Presso gli studi medici dell’Ortopedia Cossia, medici specialisti come:

GINECOLOGA
DIETOLOGA
CHIRURGO VASCOLARE
PSICOLOGA
FISIATRA

possono aiutarti ad affrontare i cambiamenti ormonali dovuti all’arrivo della menopausa, ma non solo, con consulenze specialistiche .

Per informazioni o prenotazioni di visite mediche telefonare allo 0331256467.

Per climaterio in campo medico si intende il periodo che precede e segue la menopausa o negli uomini lo stesso periodo che precede l’andropausa.

IL PERCORSO RIABILITATIVO NEL TRAUMA CRANICO

IL PERCORSO RIABILITATIVO NEL TRAUMA CRANICO

IL PERCORSO RIABILITATIVO NEL TRAUMA CRANICO ENCEFALICO: dall’ospedale al rientro a casa.

 Il trauma cranico encefalico è tra le patologie a più alto rischio di disabilità ed il suo impatto sociale è crescente. Ogni anno si verificano tra i 100 ed i 300 nuovi traumi cranici per 100.000 abitanti con una prevalenza nel sesso maschile e con età compresa tra i 16 ed i 25 anni.

Nel trauma cranico, l’urto o l’azione di forze violente sul cranio producono lesioni e fratture cerebrali che possono condurre al coma e causare menomazioni a livello cognitivo, motorio e comportamentale. I danni derivanti da un trauma cranico possono essere temporanei (trauma cranico lieve) o, nei casi più gravi, portare ad una disabilità permanente. I dati mostrano come il 72% dei traumi cranici siano di grave entità, il 17% moderati ed i restanti di lieve gravità. Ed è proprio in caso di trauma cranico grave che la strutturazione di un buon percorso riabilitativo si presenta come essenziale e decisiva nel ritorno ad una vita il più possibile autonoma e soddisfacente.

In generale si possono individuare tre diverse fasi nel percorso della persona che subisce un trauma cranico.

Una fase acuta, della durata di alcune ore o settimane, in cui la persona è ricoverata in un reparto di cure intensive (rianimazione o neurochirurgia) e dove le priorità sono la salvaguardia della vita e la prevenzione delle complicanze. In questa fase il paziente presenta un alterato livello di coscienza ed una ridotta risposta agli stimoli esterni; si tratta dello stato di coma che può anche essere indotto da farmaci al fine di permettere al cervello di recuperare le proprie funzioni.

Quando il paziente esce dal coma, inizia un percorso graduale di recupero della capacità di comunicare con l’ambiente durante il quale è possibile fare un bilancio delle funzioni cerebrali danneggiate.

Una volta che il quadro clinico si è stabilizzato e non vi è immediato pericolo di vita, ha inizio la fase post-acuta precoce in cui il paziente, a seconda della gravità dei deficit, viene trasferito in un reparto di medicina fisica e riabilitativa o in una struttura di riabilitazione intensiva di alta specialità. L’obiettivo è il recupero del maggior livello di autonomia possibile tramite una serie di trattamenti che vanno dalla riabilitazione neuromotoria a quella neuropsicologica. Questa fase ha una durata compresa tra alcune settimane e vari mesi ed è caratterizzata dalla necessità di un supporto psicologico rivolto ai familiari e dal loro coinvolgimento nel progetto riabilitativo.

Infine nella fase post-acuta tardiva, che può durare anni, l’intervento riabilitativo mira ad aiutare la persona a rientrare nel proprio ambiente di vita e riprendere, per quanto possibile, le attività di studio, lavoro e tempo libero.

Quello fin qui descritto è il percorso ideale compiuto da una persona che ha subìto un trauma cranico; tuttavia nella realtà dei fatti non sempre dopo il ricovero ospedaliero nella fase acuta seguono in modo fluido le altre fasi del percorso riabilitativo. Molta attenzione è data alla riabilitazione fisica e neuromotoria, mentre sono considerati ancora aspetti secondari i cognitivi residui e le alterazioni comportamentali conseguenti un trauma cranico. “Hanno rimesso in piedi mio figlio dopo l’incidente, ma vedo che ancora qualcosa non va, è un’altra persona”; è ciò che molto spesso si sente dire dai genitori di un ragazzo che ha superato con successo la fase acuta, ma che si porta dietro le difficoltà di attenzione, memoria e ragionamento tipiche conseguenza di un trauma cranico. A ciò solitamente si accompagnano alterazioni del comportamento e di personalità quali irritabilità, impulsività, labilità emotiva, collera, comportamenti sociali inappropriati, apatia e perdita di iniziativa che difficilmente la famiglia riesce a gestire con successo. E’ questa una fase molto delicata che rende necessario un supporto alla famiglia sia da un punto di vista psicologico, sia da un punto di vista più strettamente pratico. In aggiunta vi è la necessità da parte del paziente di proseguire il percorso riabilitativo focalizzandosi maggiormente sul ripristino delle funzioni cognitive che costituiscono la base su cui fondare il ritorno ad una vita il più possibile autonoma.

Esistono strutture all’avanguardia che offrono questo tipo di assistenza, ma, molto spesso, sono lontane della residenza del paziente e prevedono cicli di trattamento a singhiozzo i cui effetti positivi non sono automaticamente trasferiti nella quotidianità del paziente.

Per tale motivo si sta diffondendo tra gli psicologi che si occupano di neuropsicologia un nuovo approccio alla riabilitazione cognitiva che vede il terapeuta calato nella vita del paziente. Pur attenendosi saldamente ai principi cardine della riabilitazione neuropsicologica, il percorso riabilitativo scaturisce dall’osservazione del paziente nel proprio contesto di vita e nell’individuazione di soluzioni pratiche ed ecologiche da affiancare ai classici training di riabilitazione delle funzioni cognitive deficitari.

Ed è proprio con l’intento di continuare il percorso riabilitativo iniziato in ospedale, che comprenda sia il recupero fisico e neuromotorio che il recupero neuropsicologico, il più possibile a contatto con la realtà della vita quotidiana e familiare, che il FISIATRA, che riceve negli studi di “PROGETTO SALUTE” dell’Ortopedia Cossia ha aperto un centro dedicato a questi specifici compiti. All’interno del centro “Progetto Riabilitazione” saranno presenti Fisioterapisti e neuropsicologi che lavoreranno anche in collaborazione con i medici specialisti di “Progetto Salute” al fine di garantire al paziente ad ai familiari di affrontare un percorso riabilitativo, a volte lungo e difficile, con l’adeguato supporto e la necessaria serenità .

Il FISIATRA, Dr. Tonetti Gabriele, riceve su appuntamento presso gli studi di “Progetto Salute” e dirige il nuovo centro di fisioterapia motoria e neuropsicologica “Progetto Riabilitazione”; per informazioni telefonare allo 0331 256467.

La figura del Fisiatra

La figura del Fisiatra

Nel corretto percorso terapeutico riabilitativo assume particolare rilevanza la figura del Fisiatra.

Il fisiatra è il medico specialista che si occupa della prescrizione della riabilitazione e di eventuali ausili; è il medico che dirige e coordina il team riabilitativo composto da fisioterapista, terapista occupazionale, logopedista, neuropsicologo, tecnico ortopedico e tutte quelle figure professionali che si occupano del recupero delle funzioni compromesse da eventi patologici o di origine traumatica.

Il Fisiatra, dopo un’attenta visita del paziente, prescritti gli eventuali esami diagnostici specialistici ed identificato il quadro clinico e la necessità di recupero delle funzioni compromesse, prescrive il programma riabilitativo individuale e personalizzato che può comprendere la terapia farmacologica, le terapie strumentali (laser, ultrasuoni, onde d’urto, ionoforesi, …), la rieducazione funzionale intesa come fisiokinesiterapia e terapie manuali.

Il Fisiatra può inoltre eseguire terapie mininvasive atte a risolvere la sintomatologia acuta del paziente e per permettergli, una volta raggiunto il primo obiettivo terapeutico della risoluzione del dolore acuto, di effettuare la fisioterapia prescritta in maniera più efficace.

Effettuata la visita e prescritte le terapie e la rieducazione funzionale necessarie, il Fisiatra si avvale della collaborazione degli altri membri dell’equipe riabilitativa a cui affida il paziente.

Rimane, tuttavia, il responsabile del percorso riabilitativo, che monitorerà attraverso le relazioni ed il confronto con i terapisti che hanno preso in carico il paziente ed attraverso visite di controllo periodiche durante lo svolgimento dell’intero percorso terapeutico per accompagnare il paziente verso il raggiungimento degli obiettivi riabilitativi prefissati. Grazie alle competenze specifiche in ambito cognitivo-relazionale e psicologico, oltre a quelle puramente biomeccaniche, egli riesce ad affrontare le problematiche relative alla disabilità, causata dalla patologia, valutata nell’ambito familiare, lavorativo e sociale del paziente, cercando di ottenere il massimo recupero funzionale con un approccio globale su quest’ultimo per una “restituito ad integrum” ove possibile o al mantenimento dello stato raggiunto, per evitare un peggioramento di una condizione cronica.

Il Fisiatra, negli studi medici specialisti dell’Ortopedia Cossia, opera il collaborazione con Fisioterapista, Neuropsicologa, tecnico ortopedico ma ha anche il supporto degli altri specialisti che operano negli studi per raggiungere l’obbiettivo di un ottimo recupero fisico e di mantenimento dello stato di salute raggiunto con le cure.

Per molte persone che hanno subito un programma riabilitativo presso una struttura ospedaliera e non sanno come affrontare il periodo post dimissioni, il Fisiatra, presso gli studi medici dell’Ortopedia Cossia, potrà offrire la possibilità di proseguire il percorso riabilitativo con il supporto di tutti gli specialisti necessari.

Articolazioni flessibili con la dieta disinfiammante

Articolazioni flessibili con la dieta disinfiammante

Articolazioni flessibili con la dieta disinfiammante che aiuta anche a dimagrire

Le articolazioni nascono dall’incontro di due estremità ossee e con il passare degli anni sono soggette a problemi che possono causare dolori anche molto intensi. L’articolazione è un insieme di elementi (tessuto fibroso e/o cartilagineo, legamenti, capsule, membrane) che regola la connessione tra due ossa. Le articolazioni possono essere: mobili, come quelle di ginocchio, polso, spalla, gomito, caviglia ed anca, deputate al movimento; semimobili, caratterizzate da movimenti limitati, come l’articolazione della colonna vertebrale; fisse, come nel caso delle articolazioni delle ossa del cranio o del bacino, che conferiscono stabilità ad alcune parti del corpo.

Ecco perché è bene prendersene cura con una alimentazione equilibrata ed anche con il corretto stile di vita. Una delle cose più importanti per proteggere le articolazioni, e ritardare l’invecchiamento dell’intero organismo, è ritrovare, o mantenere, il proprio peso forma. Infatti, più sono i chili accumulati, maggiore è lo stress articolare, soprattutto quello che grava sulla schiena, sui femori e le ginocchia, ed anche sulle articolazioni di caviglia e piede.

Per questo motivo, il primo passo è adottare una dieta sana, equilibrata ed ideale per mantenersi in linea. I cibi da portare in tavola dovranno anche essere ricchi di sostanze antinfiammatorie, poiché con l’invecchiamento, gli stress fisici, gli errori alimentari (soprattutto l’eccesso di zuccheri semplici come dolci e bibite zuccherate, di pane, pasta e riso bianchi, così come dei grassi saturi di carni rosse e formaggi grassi e di cibi contenenti additivi) e le cattive posture si instaurano stati infiammatori che danneggiano ancora di più le articolazioni.

L’esercizio fisico è altrettanto importante per la salute e la flessibilità delle articolazioni, perché rinforza i muscoli che le circondano e le sostengono, evitando così che facciano attrito le une contro le altre e prevenendone l’usura. Dopo i quarant’anni è però fondamentale ricordare che l’attività fisica troppo intensa rischia di danneggiare le cartilagini delle articolazioni e che lo stress a cui sono sottoposte, se ripetuto per lunghi periodi, può accelerare il processo di usura che provoca l’osteoartrite.

Meglio quindi preferire attività moderate da praticare con regolarità (corsa leggera, pilates, ginnastica dolce, bicicletta non agonistica, ecc.). Anche mantenere una postura corretta è utile per le articolazioni di collo, schiena, femore e ginocchia.

E per diminuire la rigidità dei muscoli e delle articolazioni è bene cambiare posizione regolarmente e non stare per troppo tempo seduti né troppo in piedi.

Prevenire i dolori articolari, o trattarli in modo naturale se già presenti, contrastare in modo efficace l’invecchiamento precoce, gli stati infiammatori ed il sovrappeso che possono danneggiare le articolazioni con un adeguato regime alimentare è quindi importante, come è fondamentale praticare attività fisica regolare e mantenere ben idratato il corpo con almeno 1,5 litri di acqua al giorno.

La cartilagine articolare, soprattutto quella delle articolazioni sottoposte a carico come ginocchia, anche, caviglie e colonna vertebrale, oppure soggette a continui movimenti come quelle delle mani, ha un graduale processo degenerativo legato al passare degli anni ed anche agli errori alimentari ed al sovrappeso. Questo può portare ad un degrado della cartilagine stessa a cui conseguono malfunzionamento, dolore ed artrite (un processo infiammatorio a carico delle articolazioni).

Tra le malattie che colpiscono le articolazioni in particolare ricordiamo l’osteoartrite (accompagnata dal deterioramento della cartilagine articolare), l’artrosi (un’alterazione cronica degenerativa delle cartilagini articolari) e la gotta (causata da un eccessivo accumulo nel sangue di acido urico, un prodotto di scarto del metabolismo che si deposita sotto forma di cristalli nelle articolazioni, provocando infiammazione e dolore). L’artrite reumatoide è invece dovuta ad una reazione autoimmunitaria e porta ad un invecchiamento precoce delle articolazioni e del sistema cardiovascolare.

Ecco alcuni sintomi legati alle articolazioni che, se compaiono, richiedono oltre ad una visita medica specializzata con il FISIATRA, anche la consulenza di uno specialista dietologo per avere il corretto regime alimentare.

  • Sensazione di rigidità nell’alzarsi
  • Dolore articolare in una zona specifica e ricorrente.
  • Debolezza generale.
  • Forti dolori alle ossa e/o ai muscoli o dolori che cambiano zona repentinamente e/o che peggiorano con l’umidità e gli sbalzi di temperatura.
  • Articolazioni arrossate, doloranti al minimo contatto.
  • Macchie violacee ed eccessiva sudorazione notturna.

 

ALIMENTI CHE FAVORISCONO UNA BUONA SALUTE ARTICOLARE:

Cereali e derivati (riso, pane, pasta, ecc.) integrali; legumi (ceci, fagioli, lenticchie, azuki, edamame); verdura e frutta di stagione; semi oleosi (mandorle, noci, semi di girasole, di lino, di zucca, ecc.); pesce (meglio quello di mare ricco di Omega 3); yogurt; uova; soia e derivati (tofu, tempeh, ecc.); peperoncino, salvia, rosmarino, zenzero, curcuma. ALIMENTI NEMICI DELLABUONA SALUTE DELLE ARTICOLAZIONE:

Cereali e derivati bianchi; zucchero, dolci, bibite zuccherate e dolcificanti artificiali (aspartame, ciclammati, ecc.); formaggi grassi; carni rosse; salumi ed insaccati; sale da cucina in eccesso; cibi con additivi e/o grassi idrogenati o di palma; alcoolici; caffè.

Anche il latte ed i derivati potrebbero dare problemi, fatta eccezione per lo yogurt.

-La salute di ossa ed articolazioni inizia da ciò che portiamo in tavola. Un eccesso di sale (cloruro di sodio), per esempio, provoca la perdita di calcio che viene eliminato attraverso le urine, mentre consumare pesce ricco di Omega 3, così come gli ortaggi molto colorati e quelli bianchi (cipolle bianche, porri, cavolfiori ed aglio, ricchi di zolfo salva articolazioni) contribuisce a contrastare in modo efficace gli stati infiammatori.

-Tra i cereali, è bene preferire l’avena che ha l’indice glicemico più basso, quindi non provoca un picco di glicemia dopo il pasto, e questo permette di tenere sotto controllo gli zuccheri che danneggiano le articolazioni infiammandole e provocando dolore.

Le si può consumare a colazione, sotto forma di fiocchi, o nelle zuppe (ne bastano 30-40 grammi), ottima anche la crusca di questo cereale da usare al posto dei fiocchi.

-Tra i condimenti, i migliori in questi casi sono l’olio extra-vergine d’oliva e l’olio di semi

L’equipe di medici specialisti che operano negli studi medici dell’Ortopedia Cossia “Progetto Salute” sono a tua disposizione per consulenze; la DIETOLOGA ed il FISIATRA, in particolare, possono aiutarti a mantenere sane le tue articolazioni.

Vincere l’ansia per evitare di spizzicare

Vincere l’ansia per evitare di spizzicare

Vincere l’ansia per  evitare di spizzicare è fondamentale per la riuscita della dieta! Non resistere al fuori pasto è una delle cause più comuni di abbandono di una dieta, ma questo non deve per forza accadere, poiché controllare il peso non significa mangiare poco, ma mangiare bene. Per controllare i chili di troppo l’alimentazione non deve essere povera di calorie, ma bisogna anche eliminare ciò che si mangia fuori pasto. Infatti spesso, nonostante si faccia attenzione ai pasti, l’ansia da cibo e la voglia di spizzicare qualcosa è ciò che porta ad assumere più calorie di quelle necessarie e così si vanifica la possibilità di dimagrire. Quando si segue una dieta per perdere peso, mangiucchiare non è consentito. Perciò, conoscere i segreti per controllare questo impulso è fondamentale.

CHE COSA PUOI FARE PER CONTROLLARTI

  • I tuoi pasti devono essere equilibrati e completi.

Se non è così, è facile che si risvegli l’appetito prima di arrivare al pasto seguente, quindi abbasserai la guardia e ti verrà voglia di mangiare senza controllo qualsiasi cosa, soprattutto alimenti poco sani e molto ricchi di calorie e grassi.

  • Prolunga il senso di sazietà per più tempo. Il modo migliore per non soffrire di ansia da cibo è avere un senso di stomaco pieno. Esistono alimenti e consigli nutrizionali che ti possono aiutare a mantenere la sensazione di pienezza più a lungo.
  • Devi anticipare la sensazione di fame. Avere forza di volontà ti aiuterà a raggiungere il tuo obiettivo, ma esistono molti altri trucchi che possono far sì che una dieta dimagrante risulti semplice e gradevole e non si trasformi in una tortura, ma anzi il contrario: è la migliore alleata perché si riesca a cambiare abitudini.

Perché si prova un senso di fame?

La fame è il risultato di un processo particolarmente complesso in cui intervengono numerosi fattori biochimici. 

  • L’insulina gioca un ruolo importante, poiché serve a regolare i livelli di glucosio nel sangue.Quando la glicemia si abbassa, l’organismo avverte che gli manca energia e questo fa in modo che si provi appetito.
  • La leptina. Quando nell’organismo aumenta il grasso, gli adipociti, cioè le cellule di grasso, producono leptina e la liberano nel sangue; questo ormone arriva all’ipotalamo e dà il segnale di sazietà.
  • La colecistochinina è un altro tipo di ormone che genera sazietà. Viene prodotto in risposta alla presenza di alimenti nell’intestino, sopratutto in quello crasso, però, se mangi carboidrati, il segnale che fa smettere di mangiare non si genera.
  • La grelina. Questo ormone è prodotto dallo stomaco quando è vuoto e, quando arriva al cervello, dà l’ordine di attivare l’appetito                                                                                                                                                                                     Come sentirsi sazi senza esagerare a tavola? 

La prima garanzia anti-spiluccamento è che si verifichi una doppia condizione: che all’organismo non manchi mai energia e che senta di aver mangiato bene.

Segui questi consigli per riuscire nel tuo intento.

  • Mangia meno, ma più volte. Suddividi i tuoi pasti quotidiani in cinque momenti, compresa una ricca colazione, e cerca di mantenere un orario regolare, senza lasciar passare più tre ore fra i pasti.

Saltarne uno di questi, soprattutto la colazione, è controproducente per il peso perché allora si prova un senso di fame ed in questo stato è difficile resistere all’impulso mangiucchiare qualsiasi cosa.

  • Non eccedere, ma fai in modo che le calorie siano sufficienti. Se la tua alimentazione risulta particolarmente squilibrata e non apporta all’organismo l’energia di cui ha bisogno, è probabile che non controlli l’impulso di mangiare e che questo porti a molti eccessi.

Di sicuro, quando ti alimenti bene, eviti gli attacchi improvvisi di fame, ovvero, tieni l’appetito sotto controllo. Pertanto, la cosa migliore per evitare di spizzicare è adeguare sempre l’alimentazione alle richieste energetiche dell’organismo.

  • Inganna il cervello. Per inviare il segnale di sazietà, il cervello si basa anche sulla valutazione di elementi esterni. Per esempio, percepisce di aver mangiato di più se le posate sono grandi o il piatto resta vuoto. Questo ti aiuterà a sentirti soddisfatto prima ed eviterai così di mangiare più di quanto necessario. Un’altra buona idea è scegliere alimenti molto voluminosi che apportano poche calorie nonostante che tu ne possa prendere una bella porzione.

Gli alimenti che hanno un maggior volume e meno calorie sono di solito quelli che contengono una grande quantità d’acqua, fibra ed una bassa percentuale di grassi (verdura, frutta, funghi). Questi apportano anche un maggiore effetto saziante, quindi, se li scegli, avrai la sensazione di aver mangiato abbastanza.

« SPINACI 250 grammi (un piatto intero) 75 kcal
« LATTUGA 200 grammi (un’insalata pesa di solito 100 g) 38 kcal
« CHAMPIGNON 150 grammi (una lattina ne contiene 300 g) 30 kcal
« ZUCCHINE 200 grammi (una zucchina grande intera) 22kcal

Mangiare sano non significa mangiare poco e non implica che i piatti siano monotoni. Mantieniti sazia per tutto il giorno perché sentirsi sazi mette un freno all’appetito, perciò impedisce che ci si metta a spizzicare. La distensione gastrica, i livelli di glucosio nel sangue ed il ruolo di alcuni ormoni, intervengono nella sazietà, ma lo fanno anche le caratteristiche dell’alimento che stai consumando.  Alcuni cibi hanno determinate proprietà fisiche e chimiche che influiscono sulla regolazione della sazietà sul medio e lungo periodo.

Prima di provare fame agisci in modo intelligente; non dimenticare che la sensazione di sazietà è inviata dal cervello quando questo percepisce che hai mangiato a sufficienza e che, quando lo stomaco si svuota (circa 3 ore dopo aver mangiato), torna a provare appetito. Sarà più facile evitare di spizzicare se mangi sempre, di mattina e di pomeriggio, uno spuntino.Fai una buona scelta; però tieni presente che se aspetti di avere fame corri un maggiore rischio di cadere nella tentazione di mangiucchiare qualcosa di calorico. Perciò, ti conviene ritardare questa sensazione e prendere per tempo uno spuntino che sia appetitoso, ma anche leggero, saziante e salutare.

Domina l’impulso di spizzicare cibi calorici; odore, gusto, sensazioni di piacere che ti provoca il consumare un determinato alimento sono gli elementi che stabiliscono le tue scelte nel mangiare. E’ stato dimostrato che alcuni alimenti provocano dipendenza. Perciò è essenziale imparare a dominare quest’impulso.

PRIMA DI DECIDERE DI MANGIARE QUALCOSA

  • Scegli i cibi più salutari. Quando desideri perdere peso, non devi rinunciare ad alcun alimento. Però devi ridurre quelli che sono troppo ricchi di grassi saturi (e trans), zuccheri e, pertanto, molto calorici. Questo lo otterrai senza problemi se al posto di questi alimenti, ne scegli di più sani e leggeri che però risultino anche appetibili per te. Molto spesso ciò che sta dietro all’impulso di spizzicare non è la fame, quanto uno stato d’ansia.
  • Calma la tua ansia. Se questo è il tuo caso, aggiungi nei tuoi pasti alimenti con effetto calmante come può essere l’avena (che oltre a calmare lo stress è saziante), la banana (che aumenta la produzione di serotonina, un neurotrasmettitore che agisce sullo stress) e l’arancia, che apporta vitamina C ed è un nutriente essenziale in caso di ansia.
  • Inganna il tuo appetito. Nei momenti di massima tentazione, bere un infuso rilassante (per esempio di tiglio, di verbena, passiflora, papavero, melissa) ti aiuta a calmare l’ansia ed a riempire lo stomaco. 

Uno sfizio alla settimana evita l’ansia da dolce; Resistere alla tentazione di mangiare qualcosa di dolce può provocare più ansia e questo, presto o tardi può portare anche a spizzicare senza controllo.

Perciò, a volte aiuta sapersi concedere uno sfizio di tanto in tanto!

Le articolazioni sono la spia della tua fragilità

Le articolazioni sono la spia della tua fragilità

LE ARTICOLAZIONI SONO LA SPIA DELE TUE FRAGILITA’; i conflitti emotivi lasciano tracce, spesso dolorose, sulle giunture.                                

Ti sloghi spesso le caviglie? Ti fanno sempre male le spalle? La nostra struttura ha alcuni punti deboli, su cui si ripercuotono i traumi, l’usura e le conseguenze di posture sbagliate, ma siamo noi, con i nostri atteggiamenti inconsci e le nostre emozioni, a spianare la strada a questi eventi. Accade perché il corpo ha una sua memoria e conserva ricordo degli stati d’ animo; se diamo un senso a quello che ci è successo, individuando l’origine emotiva di un infortunio o una malattia, riusciremo più facilmente ad uscirne.                                                                                                                                                                                                                                                           

LA MANDIBOLA fa clic se reprimi l’aggressività

Stringi i denti per non dire cose spiacevoli, ma poi ci rimugini e, senza accorgertene, contrai i muscoli mascellari. A lungo andare arrivano i disturbi: mandibola indolenzita, bruxismo, e quel caratteristico clic quando apri o chiudi la bocca. Sono segni di una tensione dell’articolazione temporo-mandibolare: quella su cui si scaricano maggiormente i conflitti emotivi dovuti all’aggressività repressa.

Per alleviare questa tensione ogni giorno fai un massaggio rilassante circolare per un minuto sui punti d’intersezione delle articolazioni, sotto le tempie.

LE SPALLE misurano la fiducia in te

Per un’infiammazione alla cuffia dei rotatori fai fatica ad alzare il braccio o sei perseguitato dalla periartrite scapolo omerale. Vecchi traumi o problemi d’invecchiamento possono essere all’origine di questi ed altri disturbi alle cinque articolazioni della spalla. Ma se questo è il tuo punto debole, forse ce n’è dell’altro. Le spalle sono un indicatore del grado di fiducia in sé e nel prossimo, se le tieni aperte sei ben disposta verso gli altri; se le tue spalle sono cadenti registrano stati di tristezza, rassegnazione, senso di inferiorità; fitte alla spalla destra possono rivelare anche un problema di fegato, dato che quest’organo si riflette proprio in quella zona.

E’ utile abituarsi a percepire se si reagisce allo stress con la contrazione delle spalle e rilassarle subito con qualche respiro profondo. La respirazione aiuterà anche ad aprire il torace, migliorando la postura.

LE ANCHE fanno male se il tuo ruolo è in crisi

Fitte all’inguine, dolori lungo la coscia, fatica ad alzarsi da seduta: forse hai un inizio di artrosi all’anca, può capitare anche prima dei 45 anni. Spesso all’origine c’è uno squilibrio posturale che si può curare con adeguati trattamenti. I problemi inconsci però possono avere un ruolo determinante. Non a caso questo disturbo colpisce in prevalenza le donne attorno alla menopausa. Secondo alcune teorie queste articolazioni, che formano con il bacino il perno centrale del corpo, si ammalano quando va in crisi il ruolo di fulcro della donna all’interno della famiglia e si perdono i punti di riferimento affettivi.

Diventa quindi utile mantenere la flessibilità delle anche con lo stretching. Sdraiarsi sulla schiena, circondare un ginocchio con le braccia ed avvicinarlo al petto, premendo dolcemente. Ripetere alcune volte poi passare all’altra gamba. Se eseguito in acqua è ancora meglio.

LE GINOCCHIA denunciano le incertezze

Cadute, distorsioni e traumi mettono a rischio queste articolazioni. Le ginocchia, che rappresentano il nostro grado di sicurezza, dovrebbero essere forti ma elastiche, per procedere nella vita serenamente. Si indeboliscono invece se restano sempre in estensione o flessione: due posture che rispecchiano personalità opposte. Nel primo caso sei un tipo dinamico, combattivo, ambizioso. Nel secondo sei timido, insicuro, spesso passivo e ti scoraggi facilmente: non a caso le ginocchia ti cedono nei momenti di paura.

Per la salute delle tue ginocchia evita i movimenti bruschi ripetuti, come le torsioni. Attenzione alla dieta: alimenti come salumi, frutti di mare, cioccolato aumentano il livello di acidi urici che si depositano nelle articolazioni, provocando dolori e gonfiore.

LE CAVIGLIE rivelano la tua instabilità

Se sei soggetta alle storte o camminando inciampi spesso significa, secondo alcune teorie, che è presente un’instabilità psicologia o affettiva, che a sua volta genera ansia e timidezza. Chi incappa in frequenti traumi alle caviglie ha un rapporto difficile con la realtà: piedi e caviglie, infatti, sono un po’ come le nostre radici; l’eccesso di pensieri e di preoccupazioni sposta l’attenzione dal corpo alla mente, e la sbadataggine è spesso la prima causa di molti incidenti e cadute.

In questo caso, sera o la mattina, fate qualche passo in modo consapevole assumendo la postura giusta, con un libro sulla testa, per raddrizzare la schiena e mantenerla eretta. Oltre a migliorare la postura il corretto atteggiamento del corpo influisce sulla psiche.

Se una buona salute aiuta ad avere un buon aspetto fisico, una corretta postura, un corretto atteggiamento del corpo, agisce direttamente sulla psiche e contribuisce ad un buon stato di salute del fisico.

Gli specialisti di “Progetto Salute”, gli studi medici dell’Ortopedia Cossia , come IL FISIATRA, la PSICOLOGA, la DIETOLOGA, il FISIOTERAPISTA ed anche PODOLOGA e TECNICO ORTOPEDICO, possono aiutarti, con un prezioso lavoro di equipe, a raggiungere salute, benessere e ottima forma fisica.

Dieta e colesterolo

Dieta e colesterolo

PERDI PESO E MIGLIORA LA SALUTE: dieta e colesterolo.

L’alimentazione che consente di mantenere sotto controllo il colesterolo è indicata per tutti: non solo per coloro le cui analisi hanno portato alla luce il problema, ma anche per chi mostra solo una leggera predisposi-zione all’ipercolesterolemia, così come le persone che, a prima vista, sembrano trovarsi in una condizione di regolarità.

Se i livelli di colesterolo sono elevati, ma anche se rientrano nella norma, controlla i grassi della alimentazione: è una misura che combatte i chili di troppo e un’assicurazione per la salute.

Questo perché un’alimentazione povera di grassi cattivi non solo ti aiuta a combattere alti livelli di colesterolo, ma tiene anche il peso nella norma e ti permette di recuperare la linea.

Se non conosci i tuoi valori di colesterolo, devi andare dal tuo medico affinché, dopo il controllo della colesterolemia, stabilisca eventualmente l’opportunità di prescriverti un trattamento farmacologico adeguato per riportarla nella norma.

Tenere sotto controllo la concentrazione di colesterolo nel sangue è facile: basta seguire un’alimentazione varie, equilibrata e povera di grassi saturi e trans. Essa deve inoltre fornire acidi grassi omega 3 e molta frutta e verdura fresca.

Oltre a controllare il consumo di grassi, per regolare il colesterolo è necessario rispettare altre regole: ridurre l’apporto di zuccheri, aumentare quello di fibra e consumare legumi regolarmente ti aiuterà ad arrivare all’obiettivo.

Alcune persone sono convinte che una qualsiasi dieta dimagrante aiuti a controllare il tasso di colesterolo, ma non è così. Alcune, al contrario, possono aggravare il problema.

I programmi di dimagrimento basati sulla riduzione del consumo di carboidrati e sull’aumento di quello di proteine (diete chetogeniche) implicano un elevato consumo di carne, pesce, uova, formaggi, da cui un maggiore assorbimento di grassi. Per contro, questo tipo di dieta prevede poca frutta e verdura e una riduzione di legumi e cereali.

Questo tipo di diete può dare risultati visibili in poco tempo, ma di breve durata; inoltre, alla lunga può arrecare molti problemi alla salute. Essendo molto ricche di grassi saturi e colesterolo, queste diete aumentano considerevolmente i tassi di colesterolo totale e LDL (cattivo) nel sangue e, di conseguenza, innalzano il rischio cardiovascolare. Inoltre, determinano un aumento dei livelli di acido urico nel sangue e favoriscono la decalcificazione ossea.

Conosci i vari tipi di colesterolo?

IL COLESTEROLO CATTIVO         IL COLESTEROLO BUONO            IL COLESTEROLO TOTALE

E’ prodotto dal fegato e rag-                    Trasporta nuovamente al                     Il colesterolo totale è la

Giunge tutte le cellule dello                     fegato il colesterolo pre-                       somma dei due tipi di

organismo, ma, se la sua con-                 sente nei tessuti (compre-                     colesterolo presenti nel

centrazione aumenta eccessi-                 so quello che si è deposi-                        sangue. I suoi valori ri-

vamente, comincia a deposi-                   to nelle arterie), affin-                             entrano nella norma se

tarsi nelle arterie.                                        chè sia eliminato attra-                          risultano in feriori o

                                                                         verso la bile.                                            uguali a 200 mg/dl.

Conoscere il regime alimentare più adeguato al proprio stile di vita, alle proprie condizioni fisiche ed all’età, è importante per mantenere il proprio fisico in buona salute; per fare ciò non bisogna mai affidarsi a” diete fai da te” ma consultare lo specialista che, dopo adeguata valutazione, stenderà un piano alimentare personalizzato.

Presso gli studi medici dell’Ortopedia Cossia puoi trovare la DIETOLOGA, specialista in scienze dell’alimentazione che, con la competenza medica conseguita in anni di lavoro presso un grande centro ospedaliero lombardo, potrà consigliarti il regime alimentare più idoneo.

Il mal di schiena

Il mal di schiena

Il mal di schiena è una patologia che affligge milioni di persone in Italia ed è il termine generico che indica un sintomo nevralgico di svariate tipologie di affezioni; in questo paese è la prima causa di assenteismo dal lavoro e la seconda di invalidità permanente, eppure solo la metà circa delle persone che ne soffrono si rivolge a un medico.

Il mal di schiena originato da disturbi gravi a carico delle ossa è causato da lesioni o patologie di varia natura; tra i casi possibili ci sono i seguenti:

  • Artrosi L’artrosi è una patologia a carico delle articolazioni che tende a peggiorare col tempo, cioè evolutiva. Un’articolazione è composta da tessuto osseo, capsula e muscolo: l’usura delle cartilagini porta a un processo infiammatorio che determina la modifica di queste componenti. Lo spazio tra i corpi ossei si riduce, si origina una rigidità della capsula articolare, un’alterazione dell’equilibrio tra le cellule che hanno il compito di rimodellare e riparare l’osso, una conseguente progressiva perdita di funzionalità dei muscoli attorno all’articolazione. Sebbene l’artrosi si manifesti in genere dopo i 60 anni d’età, è possibile che le lesioni alla colonna vertebrale inizino verso i trent’anni, per quanto siano estremamente difficili da individuare in fase d’esordio. I dolori che l’artrosi comporta in genere sono assenti durante il riposo notturno e si ripresentano la mattina, migliorando progressivamente nelle ore successive al risveglio; i dolori possono peggiorare a causa di cambiamenti climatici come vento e umidità e passaggio da ambiente caldo ad ambiente freddo.
  • Scoliosi Di origine congenita, posturale o di natura idiomatica, cioè di causa sconosciuta, la scoliosi è una curvatura laterale anomala a carico della colonna vertebrale, in genere associata a rotazione e torsione delle vertebre. Il mal di schiena causato da questa patologia è causato dai muscoli dorsali che sono costretti ad affrontare un sovraccarico di lavoro.
  • Spondilite anchilosante

È un tipo di artrite reumatoide, a carico della spina dorsale: la spondilite anchilosante colpisce prevalentemente le articolazioni intervertebrali e costovertebrali. Sono soggetti più predisposti a questa patologia i giovani adulti maschi. I sintomi sono una forte rigidità al mattino, un dolore che può colpire alternativamente un lato e l’altro della schiena per poi spostarsi allo sterno, creando difficoltà respiratorie nella fase di estensione toracica.

  • Fratture osteoporotiche

Un disturbo più frequente nelle donne in menopausa; la decalcificazione dell’osso causa uno schiacciamento delle vertebre.

  • Stenosi spinale

Di questa patologia ne esista una forma congenita ma, usualmente, la stenosi spinale è un disturbo tipico dell’età avanzata; si verifica con un restringimento del canale centrale della colonna o dei forami laterali, entro cui passano i nervi. Il dolore si avverte principalmente quando si è seduti.

  • Dismetrie degli arti inferiori

Non è detto che le gambe si sviluppino con la stessa lunghezza; se una differenza fra gli arti inferiori fino a circa tre millimetri è considerata fisiologica, una dismetria maggiore può, nel tempo, andare causare problemi cronici, a causa della necessità di compensazione che si scarica sulla schiena. Il dolore cronicizzato di questo tipo non è più risolvibile con semplici solette.

  • Tumori ossei

In genere, metastasi provenienti da tumori primari in altri organi.

Il mal di schiena può essere generato da disturbi apparentemente del tutto slegati dall’area dorsale, che spaziano dalle patologie a carico dell’apparato gastrointestinale a quelle tipiche del cavo orale. Calcolosi e reflusso gastroesofageo, ad esempio, provocano un dolore che può arrivare ad irradiarsi alla schiena, dando così l’impressione che sia coinvolta la colonna vertebrale. Dolore alle articolazioni della bocca, masticazione difficoltosa o anomali rumori mandibolari necessitano di un’immediata visita odontoiatrica, poiché malocclusioni dentali e altre patologie di questo tipo possono ripercuotersi sulla spina dorsale e sui muscoli dell’area. In caso di incidenti automobilistici con conseguente colpo di frusta e traumi simili o in caso di cadute, la muscolatura si contrae per proteggere la colonna vertebrale; una contrattura muscolare non adeguatamente curata può sfociare in dolore cronico. Non necessariamente le algìe sono localizzate nella parte colpita dal trauma, possono anche verificarsi in altre zone.

Qualora non siano evidenti altre cause, l’origine del mal di schiena può essere ricondotta in tre ambiti principali.

Meccanico/funzionale. Il tipico disturbo meccanico/funzionale è la discopatia, causata da un prolasso o un’ernia del disco intervertebrale, cioè la giunzione inserita tra due vertebre e composta da un cuscinetto fibroso di consistenza gelatinosa racchiuso da un “cercine” esterno duro. Se il nucleo centrale, a causa di un trauma o altro, si schiaccia, il disco compresso tende a fuoriuscire dalla sua sede naturale, interferendo nel corretto equilibrio tra le vertebre e sollecitando in modo anomalo i nervi. L’ernia discale può essere contenuta, protrusa o espulsa. Nel primo caso, si è verificato solo un iniziale cedimento dei legamenti; nel secondo, i legamenti sono danneggiati ma il disco non è uscito dalla sede; nel terzo, il disco non è più inserito fra le due vertebre. L’ernia discale colpisce prevalentemente maschi fra i 35 e i 50 anni; si verifica più di frequente a livello lombare e si ripercuote sui nervi che partono da quella zona della colonna, come il nervo sciatico, che si dirama nelle gambe.

Posturale. Il mal di schiena con causa posturale è dovuto ad abitudini, comportamenti e posizioni scorrette; si spazia dall’uso di mobilio non adeguato, sedie, poltrone, letti con materassi troppo morbidi, alle posture sbagliate, anche causate dall’attività lavorativa, come il restare troppo a lungo nella stessa posizione, seduti o in piedi, fino ai movimenti scorretti, come il modo sbagliato di sollevare un peso.

Psicologico. Se si esclude ogni possibile causa fisica, l’origine del mal di schiena può essere ricercata in ambito psicologico, analizzando eventuali agenti stressanti di tipo psico-sociale. Una spia importante in questo senso sono i cosiddetti sintomi di “conversione”, descritti dal paziente in senso figurato con frasi come “Mi sento come se mi avessero pugnalato alla schiena”, “Soffro come se portassi addosso un peso insopportabile”. Capita spesso però che i pazienti non accettino una diagnosi di disturbo causato da stress, e rifiutino la psicoterapia, preferendo continuare a consultare specialisti e chiedendo trattamenti fisici e cure continuative, nonostante la causa dell’algìa non sia fisica.

Una diagnosi accurata è quindi indispensabile per individuare l’origine della patologia ed avere la cura adeguata; il FISIATRA diventa la figura più adeguata a cui sottoporre i propri problemi ed individuare l’idonea cura.

Se soffrite di “mal di schiena” presso gli “studi medici specialistici” dell’Ortopedia Cossia potete avere la consulenza del FISIATRA, i trattamenti adeguati da parte del FISIOTERAPISTA, la PSICOLOGA, nel caso di “mal di schiena psicologico”, la DIETOLOGA, nel caso il sovrappeso sia un’aggravante della patologia, ed infine, il TECNICO ORTOPEDICO, per l’applicazione di corsetti od ortesi eventualmente prescritte dallo specialista,

Presso gli Studi Medici Specialistici dell’Ortopedia Cossia uno staff di specialisti sono a disposizione per aiutarti a migliorare la tua salute!

Le proteine giuste nel tuo piatto

Metti le proteine giuste nel tuo piatto: costruiscono il corpo, lo rinnovano e potenziano le difese; sono i “mattoni” che costruiscono l’organismo e lo mantengono in vita.

Le proteine si trovano principalmente negli alimenti di origine animale, come carne, pesce, uova, latte e derivati; nei cibi vegetali, come ceci, fagioli, lenticchie, soia (in quantità simili a quelle della carne), frutta oleosa (mandorle, noci, semi di girasole, ecc.), frumento, avena e farro (in dosi minori rispetto a quelle di origine animale) impiegati nella produzione di pasta e prodotti da forno.

Questi principi nutritivi sono presenti anche nei cereali e nei loro derivati in quantità apprezzabili, ed in misura decisamente inferiore in verdure e frutta.

Occorre dire che non tutte le proteine sono uguali, in quanto gli aminoacidi che le costituiscono sono presenti in quantità e qualità diverse. Nei cibi di origine animale troviamo tutti gli aminoacidi essenziali (necessari per il corpo, che non può produrli da solo) e per questo sono considerati come le migliori fonti proteiche. Va comunque detto che i legumi e la soia, se abbinati ai cereali o derivati, forniscono comunque tutti gli aminoacidi essenziali.

Carne e pesce sono gli alimenti che forniscono, insieme a latte e uova, le proteine migliori. Quelli giusti si integrano perfettamente in una dieta sana.

  • Da un punto di vista nutrizionale, le proteine di carne e pesce sono simili. Anche all’interno delle due categorie non si rilevano differenze notevoli tra le proteine di carne rossa o bianca, o di sogliola o salmone. In questo caso la scelta salutare è quella che prende in considerazione il contenuto di grassi (sia quelli saturi dannosi per la salute sia gli acidi grassi Omega 3 benefici per cuore e cervello e tipici del pesce di mare) e di colesterolo. In particolare, sono le carni rosse, ma anche quelle di anatra e selvaggina, ad avere il maggior contenuto di grassi saturi e di colesterolo.
  • Le carni bianche di pollo e tacchino (in particolare di petto e fesa, ma anche le altre parti, purché private della pelle), di vitello (soprattutto scamone, fesa, noce, girello), di maiale (ottima la lonza, togliendo l’eventuale grasso visibile perché bianco e facilmente eliminabile) e di coniglio sono le più sane per il loro basso contenuto di grasso e colesterolo, pur eguagliando le carni rosse per il contenuto proteico e di ferro.
  • Per quanto riguarda il pesce, occorre dire prima di tutto che si suddivide in magro (merluzzo, pagello, sogliola) e grasso (salmone, sgombro, sardine). Sono entrambi apprezzabili per la salute. I pesci magri forniscono di certo meno calorie e colesterolo, ma sono i grassi ad apportare il maggior contenuto di vitamine liposolubili (A, E e D, basti pensare al classico olio di fegato di merluzzo, ritenuto un tempo la miglior fonte di vitamina D in assoluto e, quindi, consigliato a bambini e ad anziani per rafforzare le ossa). Maggiori sono anche le quantità di vitamina B, di minerali e di acidi grassi essenziali Omega 3 che contrastano le malattie cardiocircolatorie. Vista la ricchezza di preziosi elementi per la salute, il pesce grasso viene consigliato in un’alimentazione sana e naturale nonostante, come abbiamo visto, il contenuto in grasso sia maggiore.

Un consumo eccessivo di carni rosse, soprattutto di carni rosse lavorate (salumi, insaccati e carne in scatola), aumenta il rischio di sviluppare alcuni tumori, in particolare al colon. L’aumento di tale rischio dipende dalla quantità e dalla frequenza dei consumi. Pertanto, mangiare una porzione da 80-120 g di carne rossa 1-2 volte a settimana non comporta pericoli, purché si scelga un prodotto di qualità.

Un corretto regime alimentare, adeguato al proprio stile di vita, all’attività che si svolge, al proprio stato di salute fisico, è indispensabile per avere un fisico più sano ed una migliore qualità della vita.

La DIETOLOGA, specialista in scienze dell’alimentazione, presso gli studi medici specialistici dell’Ortopedia Cossia, è a disposizione di chiunque necessiti di consulenze in materia di alimentazione studiando un regime alimentare adeguato, senza l’uso di sostanze farmacologiche o di cibi spacciati per “alimenti light”, che permettano di raggiungere una buona forma fisica ed un buon stato di salute.

Il FISIATRA per prevenire la scoliosi nell’adulto

Il FISIATRA per prevenire la scoliosi nell’adulto

La scoliosi è’ una patologia della colonna vertebrale che può degenerare con l’età e dare sintomi fastidiosi. Solo in condizioni estreme si ricorre al chirurgo. Scegliere il FISIATRA per prevenire la scoliosi nell’adulto, per avere indicazioni di esercizi specifici per mantenere il fisico elastico, significa garantire un miglior stato di salute alla colonna.

Siamo abituati ad associare la parola “scoliosi” all’età giovanile, ma questa patologia della colonna vertebrale affligge anche le persone adulte, sia perché molte scoliosi incorse nella pubertà non sono state adeguatamente trattate, sia perché quelle di grado più elevato, sono sottoposte ad un graduale peggioramento, infatti la scoliosi adulta può essere esito di una scoliosi insorta durante l’accrescimento. Se causa dolori o rigidità significa che è una scoliosi di entità media e che supera la soglia dei 30°. Le curve oltre i 45° sono quelle che hanno un maggior rischio di peggioramento anche nella vita adulta. Ci sono poi forme che insorgono nell’adulto: si parla di “scoliosi de novo”, generalmente scatenata da processi degenerativi o fratture, o altri eventi traumatici”.

Il dolore e la disabilità associate alla scoliosi dell’adulto dipendono più che dalla gravità della curva, dall’equilibrio sagittale della colonna, ovvero il profilo della colonna visto di lato”.

In rari casi tale intervento va eseguito con urgenza. Spesso il dolore è il motivo per cui il paziente si rivolge alla chirurgia. Le indicazioni chirurgiche riguardano le curve oltre i 45-50°. Se gli esercizi non riescono a controllare il dolore, o si riscontra una tendenza al peggioramento, l’intervento chirurgico può essere preso in considerazione.

Si tratta, però, di un intervento invasivo non immune da rischi che non cancella il problema, ma stabilizzala curvatura.

Esistono alcuni fattori di rischio per i pazienti affetti da scoliosi: il rischio primario è quello della progressività della curva, che porta ad un incurvamento anteriore del tronco con conseguente disabilità associata. Moltissimi pazienti lamentano soprattutto di fare fatica ad arrivare a fine giornata, per la difficoltà a sostenersi.

Solo in curve superiori agli 80° sul torace associate ad un’età avanzata si hanno alterazioni delle funzioni vitali come la sindrome restrittiva del respiro, in quanto la deformità ha un impatto negativo sulla capacità polmonare.

Le proposte alternative alla chirurgia sono offerte dalla fisioterapia; quando ci si rivolge ad un FISIATRA e non ad un chirurgo dobbiamo sapere che questa figura si occupa di un trattamento conservativo; suggerisce, cioè, terapie fisiche che aiutano il paziente a convivere al meglio con la sua patologia.

Fondamentalmente si tratta di rieducazione posturale globale, allungamenti e posture tecniche specifiche che allenano la muscolatura, la quale sostiene la colonna. Il FISIATRA propone esercizi dapprima insegnati dal FISIOTERAPISTA e che poi possono essere eseguiti a casa in autonomia, giornalmente o due o tre volte alla settimana

In presenza di scoliosi, l’uso di un corsetto semirigido o elastico da sollievo dal dolore e sono protettivi in caso di sforzi, o sollevamento di carichi importanti, ma vanno indossati solo occasionalmente poiché avrebbero l’effetto di togliere tono muscolare se usati in maniera eccessiva.

Ci sono persone che hanno negato sempre il problema di essere affetti da scoliosi, e che si ritrovano improvvisamente con un gibbo prominente di cui magari si sono accorti i congiunti.

Il segnale che occorre fare qualcosa per la propria schiena non è soltanto il dolore, ma anche il profilo estetico, un fianco dritto od un crollo laterale, soprattutto nell’anziano

Se ci si accorge di qualche anomalia posturale, o si sa di essere affetti da scoliosi occorre effettuare controlli periodici con il FISIATRA che valuterà l’evoluzione delle eventuali curve di scoliosi e concorderà con il FISIOTERAPISTA l’adeguato trattamento.

Presso gli Studi medici specialistici dell’Ortopedia Cossia si può trovare la consulenza del FISIATRA che potrà consigliare la terapia più idonea, insieme al FISIOTERAPISTA valutare l’efficacia del trattamento ed, eventualmente, insieme al TECNICO ORTOPEDICO, scegliere il corsetto più idoneo, qual’ ora si rendesse necessario l’uso.