Artrite: Il segreto sta nella diagnosi precoce e la vera prevenzione  è l’uso corretto e tempestivo dei farmaci.

Mani, polsi, spalle, schiena, ginocchia, caviglie, piedi: tutte le articolazioni del corpo, ovvero quelle complesse strutture anatomiche che mettono in relazione due o più ossa, possono essere colpite da dolori acuti o cronici, che non sono esclusivi dell’età avanzata, ma possono manifestarsi anche in soggetti giovani od addirittura nell’infanzia.

Fra le più comuni malattie reumatiche ci sono artriti ed artrosi, simili nella sintomatologia, ma diverse nelle cause.

Mentre le artrosi dipendono da una degenerazione delle cartilagini, dovuta principalmente alla loro usura nel tempo, le artriti sono processi infiammatori a carico della membrana sinoviale, ovvero di quella sottile pellicola che riveste l’interno delle articolazioni e le lubrifica con un liquido filamentoso.

Quest’ultimo, in determinate condizioni patologiche, può variare di volume e composizione, determinando calore, rigidità e gonfiore”.

Il medico specialista esperto è in grado di distinguere fra le due condizioni, che hanno come base comune il dolore, ma in forma differente: nell’artrosi la sofferenza si allevia con il riposo e peggiora con il movimento, mentre nell’artrite avviene esattamente il contrario.

E poi, nel secondo caso, le articolazioni colpite sono calde al tatto, bloccate in maniera persistente, gonfie e talvolta deformate, senza contare che il problema può riguardare persone di ogni età, a differenza dell’artrosi, legata invece al passare degli anni.

Non solo una forma

Una volta classificato il problema, si tratta poi di compiere un ulteriore passo, perché sotto il termine di artrite rientrano almeno cinquanta patologie, ciascuna con le proprie caratteristiche.

“Esistono forme acute ed altre croniche, che possono interessare una sola articolazione od essere più estese, causate da alcuni germi oppure prive di uno specifico agente responsabile: per tutte, è fondamentale la diagnosi precoce per arrestare la progressione del danno articolare, che si sviluppa in tempi molto rapidi”.

Le artriti più comuni sono di quattro tipi.

  • Artrite reumatoide. Non è ereditaria, ma esiste una predisposizione genetica che aumenta il rischio di svilupparla.

Anche se interessa le articolazioni, nelle forme più severe può coinvolgere anche tessuti ed organi interni, come pelle, occhi, reni e polmoni.

E’ considerata una malattia autoimmune, causata da alcune cellule del sistema immunitario che non funzionano più in modo corretto ed aggrediscono le strutture sane, scambiate per sostanze estranee da distruggere.

  • Spondiloartriti sieronegative. E’ un grande e variegato gruppo di patologie, che comprende la spondilite anchilosante, artrite reattiva, artrite psoriasica, spondiloartrite giovanile e spondiloartrite indifferenziata.

Solitamente coinvolgono la schiena, ma spesso anche le articolazioni periferiche, più sovente degli arti inferiori (ginocchia o caviglie).

  • Artriti da micro-cristalli. Sono causate dall’accumulo di cristalli nelle articolazioni, che si infiammano e vanno incontro alla progressiva distruzione di ossa e tessuti.

La più nota è la gotta, dovuta ad un eccesso di acido urico, che si manifesta con dolore improvviso, intenso e pulsante, sovente associato a gonfiore, rossore e senso di pressione.

Se l’accumulo è dovuto a cristalli di pirofosfato di calcio invece si parla di condrocalcinosi, che colpisce prevalentemente la popolazione anziana, soprattutto a livello di ginocchia.

  • Artriti reattive. Sono la conseguenza di un’infezione urogenitale (uretriti, cistiti, prostatiti…) o intestinale (enteriti con diarrea), che può “migrare” e sviluppare un’infiammazione a distanza, anche a livello di articolazioni, diventando cronica nonostante la scomparsa del microrganismo.

Cause incerte

Esistono anche artriti che accompagnano a malattie autoimmuni, come il morbo di Crohn o il lupus eritematoso sistemico; altre, dette reattive, patologie della tiroide, del sangue ed alcuni tipi di neoplasia.

Nella maggior parte dei casi, soprattutto nelle forme croniche, non esistono cause certe e conosciute, perché a favorirne la comparsa gioca una complessa somma di fattori genetici, ambientali ed endogeni: in altre parole l’infiammazione può essere scatenata da un particolare stile di vita, così come da produzione ormonale, inquinamento, obesità, predisposizione genetica, alcuni agenti infettivi e molto altro. Di conseguenza, non esiste una prevenzione primaria da mettere in atto per scongiurare il pericolo, ad eccezione per le forme causate da agenti patogeni come, per esempio, la febbre reumatica dovuta in particolare allo streptococco beta emolitico di tipo A, per le quali esistono farmaci da assumere per sconfiggere o prevenire le infezioni prima che possano scatenare il problema. Ovviamente, comunque, una vita sana nel suo complesso può essere d’aiuto, così come va evitato il fumo di sigaretta, che può incidere sullo sviluppo della malattia o peggiorarne il decorso.

Ma la vera prevenzione per le artriti è quella secondaria, ovvero l’uso corretto e tempestivo di farmaci appropriati alla realtà clinica: ecco perché serve una diagnosi precoce, entro sei mesi dal manifestarsi dei sintomi, prima che si instaurino danni irreversibili, come deformità, rigidità permanenti ed invalidità, oltre che eventuali problemi sistemici, a carico di altri organi, spesso coinvolti in queste patologie.

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